Zazzaroni punge: «Inter più forte della Juventus? Sì, ma non ditelo»
Zazzaroni si è focalizzato sulla prossima sfida di campionato che vedrà scontrarsi Juventus e Inter per la vetta del campionato. Il direttore del Corriere dello Sport punge e attacca.
OGGETTIVO − Ivan Zazzaroni nel suo editoriale: «L’Inter è molto più forte della Juve: è oggettivo. E chi non è d’accordo nega l’evidenza. Altra verità insindacabile: l’Inter gioca meglio della Juve e non solo per le idee, i princìpi, le soluzioni dei due allenatori. Entrambi rispettano concetti, natura, formazione e esperienze personali, ma anche e soprattutto le caratteristiche dei giocatori: Simone sfrutta la verticalità di Dumfries, Dimarco, Barella, Frattesi, Carlos Augusto e la qualità tecnica di Calhanoglu, Mkhitaryan, Lautaro e Thuram; Allegri, non disponendo di centrocampisti rapidi, da pressing alto, e particolarmente talentuosi, investe su fase difensiva, aggressività, compattezza e ripartenze, non a caso ultimamente Kean gioca molto più spesso di Vlahovic. Moise attacca lo spazio assai meglio di Dusan che, a differenza del compagno, garantisce tanti gol».
VIETATO − Zazzaroni continua: «Superfluo che aggiunga il giudizio personale su Simone, considerandolo bravissimo e molto cresciuto, in particolare nelle ultime due stagioni. Questo giornale l’ha peraltro difeso anche nei momenti in cui dominava l’#Inzaghiout. L’aspetto più divertente – o paradossale, o ridicolo – del tribunale social è la mancata accettazione di opinioni inattaccabili; strepitosi i commenti, improntati sull’anti-interismo di chi le esprime. In rete prevalgono tifo, pregiudizio, antipatie diffuse. In particolare nei giorni che precedono Juve-Inter è vietato affermare due cose:
1) che l’Inter è più forte della Juve. C’è sempre qualcuno pronto a replicare sottolineando il monte stipendi dei bianconeri, dato che dovrebbe essere analizzato perbene.
2) Che la Juve non è da scudetto. E allora si registra l’attacco dell’interista che parla di tentativo di riduzione della possibile impresa di Inzaghi, Marotta e Ausilio.
Potrei portare altri esempi, mi limito a precisare per la decima volta che quando Allegri poteva disporre, in tempi diversi, di Pirlo, Marchisio, Chiellini, Bonucci, Mandzukic, Higuaìn, Ronaldo e Dybala il gioco della Juve dei cinque scudetti targati Max era tutt’altro che brutto e conservativo».
Fonte: Corriere dello Sport – Ivan Zazzaroni