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Zanetti: «Rapporto con tifosi Inter sempre più forte! Più faticoso da dirigente»

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Zanetti ha presentato “Generazione PUPI”, canzone che celebra i venti anni della Fondazione PUPI. Ospite di Procediamo su R101, il vice-presidente dell’Inter ha parlato degli obiettivi della sua organizzazione no-profit e della sua vita da dirigente dopo l’addio al calcio. 

BAMBINIJavier Zanetti ha parlato della Fondazione PUPI: «La canzone parla di sogni, quelli che avevamo noi da bambini di diventare grandi, di fare la carriera che dopo ho potuto realizzare. Vedevamo che tanti bambini nel nostro quartiere in Argentina erano in difficoltà. L’idea nasce da lì. Poter far vedere a loro un futuro migliore, attraverso lo sport, l’educazione e la salute. Vent’anni sono tanti, siamo partiti nel 2001, in un’annata molto difficile per il nostro Paese, quando è successo di tutto. Lì abbiamo preso questa responsabilità, iniziando con trentanove bambini e dopo vent’anni ne stiamo aiutando più di mille. Bambini e famiglie. Soprattutto in Argentina, poi quando siamo arrivati in Italia abbiamo fatto tanti progetti anche con altre associazioni che sosteniamo. La cosa più importante è che tutto quello che proponiamo come progetti, come eventi, qui in Italia c’è grande sensibilità e ci aiutano tantissimo. Non è semplice aiutare bambini che stanno a più di quindicimila chilometri. Devi essere credibile, devi presentare ogni volta i progetti che la gente veda e tocchi con mano. La cosa più bella che ci capita è che tanti italiani vogliono andare in Argentina nella nostra sede per vedere il lavoro che facciamo e fanno volontariato. Per noi questo è un risultato enorme».

Zanetti e una vita all’Inter

LEGAME – Zanetti ha poi raccontato il suo rapporto con i tifosi dell’Inter e la sua esperienza da dirigente dopo tanti anni sul terreno di gioco: «Ringrazio tutta la gente che mi dimostra sempre tantissimo affetto. Sinceramente da quando sono arrivato che ero un bambino, questo legame con il tifoso interista è sempre più forte. Meglio da giocatore o da dirigente? Più faticoso da dirigente, perché con quello che facevo in campo potevo almeno scaricare la mia adrenalina. Da dirigente ci sono altre componenti a cui uno deve abituarsi e adattarsi. Mi mantengo in forma, cerco di allenarmi sempre quando posso».

Fonte: r101.it

Pubblicato da
Roberto Marinelli

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