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Zanetti: «Inter sinonimo di famiglia. Vicepresidente? Vi racconto come ho deciso!»

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Da bandiera e capitano dell’Inter a vicepresidente. Javier Zanetti racconta il periodo di transizione e le sensazioni provate quando ha lasciato la carriera da calciatore per abbracciare quella da manager.

FAMIGLIA – Javier Zanetti, intervistato a The BSMT da Gianluca Gazzoli, dichiara: «C’è stato questo feeling con i tifosi fin dall’inizio perché mi vedevano come un bambino che faceva i primi passi e tutti mi volevano proteggere e aiutare. La prima cosa che ho sentito quando sono arrivato al mio primo allenamento ad Appiano Gentile è che l’Inter per me è famiglia. Questo io l’ho percepito subito. Quando ho deciso di smettere io volevo fare qualcosa legato al calcio e avrei voluto continuare questo legame col club. Non nascondo che quando l’Inter mi ha informato che avrei fatto il vicepresidente in quel momento ero felicissimo e contentissimo. Però allo stesso tempo ho capito che sarebbe stata una grandissima responsabilità. Essere il vicepresidente dell’Inter, uno dei club più importanti al mondo, credo che richieda una preparazione».

VOLONTÀ – Javier Zanetti continua: «Ci ho pensato un po’. Poi conoscendomi ho detto okay, finisce la mia bellissima e lunga carriera da calciatore e dopo aver corso tanti chilometri prendo questa da manager. Però iniziavo completamente da zero e sapevo di dovermi preparare. In primis perché non volevo essere un dirigente legato solo alla parte sportiva, voglio avere una visione a trecentosessanta gradi. E poi non volevo che per quello che avevo fatto in campo mi venisse riconosciuto un ruolo. Io devo essere giudicato per quello che faccio. Mi sono iscritto all’Università della Bocconi e spero che a maggio possa dare la tesi. Questo mi ha aiutato tantissimo, ho scoperto tante cose che facendo il calciatore non potevo conoscere».

Zanetti, l’impegno con l’Inter dentro e fuori dal campo!

PREPARAZIONE– Javier Zanetti sul suo esordio da vicepresidente afferma: «Facendo questo ruolo mi sento molto utile in diverse area che la società dell’Inter ha. Posso dare il mio contributo. Io ringrazio l’Inter in primis per tutti gli anni da calciatore in cui mi ha dato tanto e io ho dato tanto. Poi quando ho avuto il ruolo da vicepresidente, quando hanno visto la mia voglia di impormi anche come manager ma avendo anche una preparazione dietro, mi hanno affiancato per poterla fare. Un percorso che facciamo insieme perché questo porta beneficio a entrambi».

INFORTUNIO – Javier Zanetti sul momento della svolta: «Perché in altri club non succede? Non è facile. Prima bisogna prendere la decisione di smettere e prima di farlo un calciatore deve pensarci. Io mi sono rotto il tendine d’Achille quasi a trentanove anni. Non volevo smettere in quella maniera, anche se tutti pensavano che fosse la fine perché è molto doloroso. Io ho deciso di tornare in campo, bene e davanti ai miei tifosi e finisco la mia carriera come protagonista. E poi inizio la nuova avventura».

DECISIONE – Javier Zanetti conclude, sul suo ultimo periodo da calciatore dell’Inter: «Quando sono tornato in campo e mancava un quarto d’ora alla fine, la partita finisce, vinciamo e io mi sono sentito molto bene. Tutti i miei compagni mi abbracciavano perché hanno visto che ero tornato molto bene dall’infortunio. Quando ero sotto la doccia per la prima volta ho pensato che quella sarebbe stata la mia ultima stagione. La mia testa era già proiettata al dopo. Io dico sempre che la decisione dev’essere presa prima e non quando le persone che lavorano con te non hanno il coraggio di dirti di smetterlo. Bisogna avere l’intelligenza e l’umiltà per farlo. Difficile, ma arriva il momento per tutti».

Pubblicato da
Elisa Luceri

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