L’Inter affronterà il Real Madrid a San Siro in Champions League ed è impossibile non pensare subito a Zamorano. Il doppio ex ha parlato al quotidiano spagnolo AS della partita e ha raccontato un aneddoto sul suo numero di maglia in nerazzurro.
CUORE – Ivan Zamorano ha giocato sia nel Real Madrid che nell’Inter, quindi la sfida di Champions League tra le due squadre non può lasciarlo indifferente: «Cuore diviso? Sì, l’avevo avuto anche l’anno scorso quando si sono affrontate. Se i quattro anni al Madrid sono stati meravigliosi, quelli all’Inter non sono stati da meno. Quell’Inter era una squadra molto sudamericana, tutto ruotava intorno all’allegria, agli scherzi. Le due squadre devono passare prima e seconda. Sono le favorite. Il mio cuore chiede che le due partite finiscano in parità, ma la mia mente dice che il Real vincerà al Bernabeu e l’Inter a San Siro. E voglio, e credo, che entrambe lotteranno per il campionato».
FURTO – Zamorano ha poi parlato dei suoi anni all’Inter: «La differenza con quello che è successo al Real Madrid è che all’Inter nessuno mi ha detto che dovevo andare. Mi hanno detto che ero ancora in una rosa che includeva i migliori giocatori del mondo, almeno uno che era Ronaldo. Da calciatore potevo sbagliare, ma avevo qualcosa di molto importante: la mia forza mentale, il mio carattere, la mia personalità. L’unico modo che ho per vedere il calcio è donarmi al massimo. Ho fatto quello che dovevo fare. Quella era una squadra straordinaria con Roberto Baggio, Alvaro Recoba, Christian Vieri e ovviamente Ronaldo. Ho capito che dovevo impegnarmi il doppio per giocare ed è quello che ho fatto. Ho scelto la strada giusta, che era quella della fatica, quella di migliorarsi e alla lunga ho finito per giocare. In tutte le squadre in cui ho giocato ero considerato un guerriero ed è quello che ero. Ho lottato più di chiunque altro per poter giocare. Quell’anno vincemmo la Coppa Uefa contro la Lazio a Parigi e segnai il primo gol. Abbiamo vinto anche lo ‘scudetto’, anche se la Juventus ce lo ha rubato. Poi è venuto fuori con il tempo che in quella partita decisiva l’arbitro era stato comprato».
MAGLIA – Zamorano ha poi concluso con un aneddoto sul suo famoso numero di maglia all’Inter: «Quando è arrivato Ronaldo, tutti davano per scontato che avrei dovuto lasciare il 9 al migliore del mondo e io non ho avuto problemi. Ho parlato con Sandro Mazzola, che era il direttore sportivo del club, e anche con Massimo Moratti, il presidente. Gli ho detto, lasciami un altro anno il 9 e te lo darò il prossimo. Hanno capito la posizione e Ronaldo ha messo il 10. Non volevo il 10. Mi sembrava il numero dei più grandi e non mi ritenevo degno di portarlo. Inoltre, il 9 è stato mio per tutta la vita. Quando è arrivato mi è venuto in mente di mettere insieme due numeri sulla maglia che avrebbero sommato 9. Ma chi ha pensato al segno + è stato Mazzola. Il club ha chiesto il permesso alla Federazione e ce l’hanno concesso. All’inizio io stesso mettevo il segno tra 1 e 8 con un pezzo di stoffa bianca, ma dopo alcune partite il marchio di abbigliamento mi mandò delle magliette con il + già aggiunto, che era molto meglio della mia ricetta fatta in casa. E quella maglia è diventata la più venduta di tutto il calcio italiano. Hai capito bene».
Fonte: as.com – Enrique Ortego
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