Wanda Nara: “Ecco come ho cominciato a fare l’agente di Icardi”
Wanda Nara è ospite di Piero Chiambretti per “#CR4 la repubblica delle donne”, in onda su Rete 4. La moglie e agente di Mauro Icardi, fra le varie cose, ha parlato di come ha iniziato ad assisterlo a livello sportivo.
LA PERSONA – A Wanda Nara viene chiesto perché è così spesso contestata: «Non lo so, lo dobbiamo chiedere a ognuno il perché. Penso che non siamo abituati a sentire una donna che dice tutto quello che pensa. Io sono così, preferisco che qualcuno mi odi ma sono convinta di dire quello che penso. Mi succede qua in Italia, in Argentina lavoro da piccolissima e non mi è mai successo. Penso perché non mi conoscono, ovviamente anche Milano dove sono quasi tutti interisti c’è questa visione un po’ particolare su di me».
LITIGIO DI FAMIGLIA – Wanda Nara spiega gli screzi con Ivana Icardi, sorella di Mauro: «Non lo so, penso che ancora è piccola e magari ha voluto cercare questa strada per entrare nel mondo dello spettacolo. Però alla fine, per l’esperienza che ho in Argentina, lei va sempre contro la famiglia. Io non farei mai una cosa del genere. Penso che ci voglia un po’ di comprensione, non posso andare al Grande Fratello e dire una cosa così. In Argentina sono più conosciuta di Icardi, lei è andata al Grande Fratello argentino e ha detto di amare sua cognata: in Italia ha detto tutt’altro. Sa benissimo che quando ho iniziato con Icardi avevo più soldi di lui. Stiamo assieme da otto anni, la carriera sua è iniziata con questo boom da sei anni. Non sono gelosa, ma lei offende Mauro quando dice che se non avesse i soldi non l’avrei guardato».
DOPPIO RUOLO – Wanda Nara, oltre che moglie di Mauro Icardi, è anche il suo agente: «La mia personalità è così, sono una che non può cambiare. Non ho filtri, veramente. Ho iniziato con Icardi prima che fosse Icardi, quindi qualcosa di calcio capisco (ride, ndr). Ho iniziato a lavorare per lui quasi a caso, lui aveva il suo procuratore da tutta la vita e dopo gli è capitata una delusione. Non voglio entrare nel merito, ma per lui questa persona era come un secondo papà. Si è trovato con me a casa e mi ha detto “Provaci”. Mi è successo con uomini del calcio, che mi hanno detto di non parlare con una donna».