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Wanda: “Icardi? Sua agente per meriti. Donna e diretta, nel calcio è raro”

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Wanda Nara ha concesso un’intervista agli argentini di Caras durante la quale si è soffermata anche sulla sua esperienza da procuratrice e sul modo in cui le donne vengono viste all’interno nel mondo del calcio.

NESSUNA IMPROVVISAZIONE – «Mauro non si è pentito di avermi nominato come sua agente perché gli ho fatto guadagnare tanti milioni? Sì e molto altro. Gli ho anche fatto firmare un contratto di cinque anni, che è il massimo possibile, ponendo anche diverse condizioni: se un club vuole comprarlo deve pagare una clausola da 110 milioni di euro. Agente non regolare? La mia situazione è regolare al di là di quello che dicono quelli che vendono sfruttando il mio nome. Sono l’unica donna e l’unica moglie a fare questo lavoro in Italia. Le donne meritano di essere rispettate e, se sono capaci, devono svolgere gli stessi lavori degli uomini ma sfortunatamente questo non accade nel calcio. Secondo loro le mogli dei giocatori dovrebbero stare a casa, crescere i figli, sostenere e sopportare tutto. Per loro è strano che una donna parli per conto di un uomo e difenda i suoi interess. Mauro mi ha affidato questo compito perché sentiva che lo meritavo, nessuno mi ha regalato niente. Questo posto me lo sono guadagnato concludendo contratti complicatissimi scritti in lingue differenti e con leggi fiscali diverse. Non sono una persona che improvvisa, sono preparata! Ho studiato legge, economia e gestione aziendale. Oltre allo spagnolo conosco anche l’italiano e l’inglese e pure ho iniziato a imparare un poco di cinese perché i proprietari dell’Inter sono cinesi. Sono diretta e per anni ho gestito me stessa in maniera trasparente in un mondo che è abituato invece a parlare alle tue spalle e anche questa è una novità. Con me Icardi ha aumentato i suoi contratti dell’85%. Ai primi incontri mi presentavo insieme ad alcuni amici di Mauro per avere dei testimoni. Furono due suoi storici collaboratori, un agente e un avvocato di sessanta e sessantaquattro anni, a dirgli che non c’era nessuno che difendeva i suoi interessi più di me. Molti direttori si sono complimentati con lui dicendogli che vedevano in me un grande potenziale però ero in grado di strappare condizioni migliori rispetto ad agenti di fama mondiale. E adesso lavoro da sola».

Pubblicato da
Riccardo Melis

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