Vieri: “All’Inter potevamo distruggere tutto. Quando arrivavano le offerte…”
Vieri è stato, come al solito, protagonista di una lunga diretta Instagram con Adani. L’ex attaccante è tornato sui suoi sei anni all’Inter, dal 1999 al 2005, dimostrando di avere comunque un buon ricordo dell’esperienza nerazzurra.
SOGNO SMORZATO – Christian Vieri ribadisce il dispiacere per aver giocato poco con Ronaldo (vedi articolo): «All’Inter sei anni dove dovevamo distruggere tutti. Potenzialmente era giusto fare così, e potevamo farlo, solo che si è fatto male Ronaldo. Io ho avuto uno stiramento, fuori due-tre mesi, lui si è rotto il ginocchio: quel sogno là è un po’ svanito, perché è stato fuori un anno e mezzo. Un massacro, però sono stati sei anni di sofferenze, perché comunque l’Inter era tanti anni che non vinceva. C’era tanta pressione da parte dei tifosi, questo lo sentivamo e in quegli anni Juventus e Milan erano forti. Si sentiva questa tensione, ma se non si fermava Ronaldo cambiava tutto quanto. Il 5 maggio una bella legnata, perché pensavamo di vincere finalmente lo scudetto. Poi, l’anno dopo, la semifinale di Champions League un’altra mazzata: abbiamo preso delle bastonate importanti, ma sono stato bene».
RICORDO POSITIVO – Vieri non ha rimpianti per quanto fatto all’Inter: «La gente mi amava, io ho dato tutto quello che potevo dare. Io ho giocato anche quando ero in condizioni di non giocare, con punture, ma non me ne fregava un cazzo. Fossimo andati in finale (di Champions League nella stagione 2002-2003, ndr) avrei detto al dottore di giocare, in qualsiasi modo. Facevamo le cure ventiquattro ore al giorno. Ho creduto in quel progetto e volevo vincere, ecco perché sono rimasto lì. Io non ho fatto niente a nessuno: mi sono spaccato per sei anni e ho cercato di vincere, per la pressione che c’era. Era difficile ma ci ho provato, più di così non mi sento di dire».
RISULTATI POCHI – Vieri conclude: «Abbiamo vinto solo la Coppa Italia, avessimo vinto prima partivamo a duemila. Eravamo forti, però va bene così. Ronaldo non voleva più stare ed è voluto andare via, poi l’anno dopo (2002-2003, ndr) semifinale e un’altra delusione, da secondi in campionato. Ho fatto sei anni della mia vita all’Inter, poi mi piaceva giocare a San Siro. Quando mi chiamavano le altre squadre dicevo “Vediamo”, poi entravo a San Siro con settantamila persone e non me ne fregava un cazzo. Le altre squadre mi davano tanti soldi ma io ero debole: entravo a San Siro e mi andava bene così».