Uva: «Appeal Serie A basso? Non unico fattore che dà valore!»

Michele Uva, ex Direttore Generale della Federcalcio e dirigente UEFA (direttore di “Football & Social Responsibility”), invervenuto a Rai Radio 1 ha parlato del campionato di Serie A a detta di molti poco competitivo considerata la presenza di una sola squadra prima in classifica.
QUATTRO SOSTENIBILITA’ – Michele Uva parla dell’importanza del calcio in Serie A nel sociale e non solo: «Il calcio è una grossa piattaforma sociale che va oltre il rettangolo di gioco, ci sono dei valori che vanno trasmessi. L’approccio del tifoso è cambiato negli ultimi 30 anni, l’ultima generazione di stadi tranne 3-4 esempi è fatiscente, abbiamo bisogno di un altro grande evento dopo “Italia 90”. La Spagna li ha rinnovati e non ha un grande evento dal ’82. Siamo indietro e mi sembra che qualcosa si stia muovendo. In Italia ogni città deve avere uno stadio a misura del proprio territorio. La sostenibilità è un tema molto usato, ce ne sono vari tipi: quella finanziaria dove bisogna mantenere un equilibrio tra costi e ricavi e questo non sta succedendo. Poi c’è la sostenibilità ambientale, sociale perché il calcio deve essere positivo nel trasmettere dei messaggi. Poi c’è la sostenibilità sportiva. Bisogna affrontarli tutti e quattro».
APPEAL – Michele Uva parla della Serie A: «La competitività dà valore al prodotto, ma non è l’unico elemento per valorizzare un prodotto. Anche gli stadi, ma i settori giovanili e il calcio femminile. La crescita del campionato tedesco nonostante il dominio del Bayern Monaco non deteriora il prodotto. Bisogna guardare avanti, le idee spesso trasmettono valori e fanno crescere il sistema».
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