Tirelli: «Inter, un momento simbolico col Barcellona. Cambiato il ‘mindset’»

Tirelli è un mental coach molto noto nell’ambiente sportivo per le sue collaborazioni con diversi atleti. Intervistato da Tuttosport, ha spiegato come a livello mentale sia cambiata l’Inter vista in campo col Barcellona. Questo un estratto delle sue parole al giornale oggi in edicola.
LA DIMOSTRAZIONE – Stefano Tirelli valuta cosa si è visto in Inter-Barcellona di martedì sera: «Per molti calciatori era giunto il momento di dimostrare un valore professionale, agonistico e di attaccamento alla maglia. Nello specifico, quello che cambia è chiamato “mindset”. Cosa significa? È una programmazione mentale, ossia: fintanto che le nostre situazioni tendono ad andare avanti in modo inerziale senza la nostra specifica vera volontà, vanno avanti. Ma a un certo punto, quando per necessità dobbiamo cambiare, cerebralmente è come se impostassimo un programma dati diverso. Ed effettivamente è così: cambia la nostra idea rispetto a un progetto o una situazione e anche il corpo si modifica in tal senso».
GLI ESEMPI – Tirelli entra nello specifico di chi, all’Inter, avantieri ha fatto vedere di più: «Si è visto su qualcuno? Credo che giocatori come Stefan de Vrij necessitassero di dimostrare che non erano diventati come si diceva. La sua prova è stata un po’ l’emblema dell’Inter: è stato tra i migliori. Un altro momento simbolico: quando Lautaro Martinez a pochi minuti dalla fine ha difeso la palla in mezzo a tre giocatori, è caduto, si è rialzato e ha tenuto botta. Quella è stata l’immagine di un’Inter davvero combattiva, l’esempio del carattere interista. Solo con la partita col Sassuolo si potrà capire se la prestazione dell’Inter è stata contingente rispetto a un evento che ha un’attivazione che arriva quasi di per sé (sfidare una big come il Barcellona, ndr), oppure se davvero è cambiato qualcosa a livello di atteggiamento più profondo».
Fonte: Tuttosport – Alessia Scurati