Tacchinardi: «Inter incontenibile in Italia. Supercoppa? I rigori non c’erano»
Alessio Tacchinardi è ritornato a parlare della gara di Supercoppa Italiana tra Inter e Juventus. L’ex difensore non ha dubbi sui rigori, poi elogia sul finire dell’intervista elogia anche Inzaghi
SUPERCOPPA − Tacchinardi è ritornato sulla gara di mercoledì: «La classifica non mente mai. L’Inter al momento è incontenibile in Italia, è la squadra più forte che c’è. Poi la Juventus si difesa bene ma l’Inter ha giocato meglio. Non so se i nerazzurri vinceranno lo scudetto perché sono forti ma il Milan senza coppe può fare lo scherzetto. Però bisogna essere onesti nel riconoscere la leadership dell’Inter che sta facendo benissimo in campionato e gioca un ottimo calcio».
RIGORI − Tacchinardi sugli episodi più discussi: «Per me non c’erano entrambi. In quello assegnato io vedo una furbizia di Edin Dzeko che va a cercare il contatto con De Sciglio: quello non è mai rigore. Quello di Nicolò Barella poteva ingannare ma poi andando a rivedere bene è lui che fa fallo su Chiellini e in quel caso non ci deve cascare il Var».
BONUCCI − Tacchinardi ha condannato la reazione del difensore: «Chiaramente è un errore di Bonucci dovuto alla tensione e all’arrabbiatura di una situazione che si poteva gestire in maniera diversa. Qualcosa la Juventus ha sbagliato in quella circostanza: non bisogna aspettare così tanto per fare i cambi. Si poteva mettere prima Bonucci e non aspettare il 119esimo. Poi ripeto, nonostante tutto Leo non deve mai mettere mani addosso a nessuno ma l’errore è essere arrivati a quella situazione di tensione».
INZAGHI − Infine, Tacchinardi elogia il tecnico nerazzurro: «Io sempre avuto grande stima di Simone e non a caso speravo andasse alla Juventus per il dopo Allegri e mi è spiaciuto non sia avvenuto. Inzaghi è bravo, ha dimostrato in una piazza difficile di essere un allenatore di livello, forte, maturo, che riesce ad entrare in contatto ed empatia con i suoi calciatori. Sicuramente è stato un errore non puntarci due anni fa per il post Allegri».
Fonte: Il Giornale − Marco Gentile