Un lungo articolo del New York Times, firmato Tariq Panja, ha ricostruito i contatti tra i club che hanno dato vita alla Superlega e la FIFA, presieduta da Infantino. Quest’ultimo aveva anche valutato di appoggiare (e successivamente “non opporsi”) al progetto
STRASCICHI – Il progetto Superlega è praticamente naufragato, ma continua a far parlare di sé. Barcellona, Real Madrid e Juventus non hanno ancora detto addio alla competizione, e rifiutano di riappacificarsi ufficialmente con la Uefa, per ora. E i rapporti tra i massimi organi del calcio europeo, e i grandi club, resta a dir poco incrinato. Quello che emerge da un articolo del New York Times avrebbe del sorprendente: la FIFA di Gianni Infantino era a conoscenza delle intenzioni dei club scissionisti, e ne aveva anche valutato l’appoggio nei mesi precedenti all’annuncio.
RETROSCENA – Sempre secondo il New York Times, la FIFA avrebbe tenuto un atteggiamento ambivalente nei confronti del progetto Superlega: di aperta condanna in pubblico, ma in privato, secondo le fonti del New York Times, Infantino era a conoscenza del piano e sapeva che alcuni dei suoi collaboratori più stretti erano stati impegnati per mesi – almeno fino alla fine dello scorso gennaio – in alcune trattative volte a prestare sostegno ai club coinvolti.
CONTATTI – Questo scenario costringe a rivedere i delicati rapporti tra Uefa e FIFA. La FIFA ha rifiutato di rispondere a domande specifiche legate al coinvolgimento di Infantino o dei suoi collaboratori nella pianificazione della Superlega. Ma secondo il New York Times, i contatti risalgono addirittura al 2019. In almeno uno di questi incontri, i club interessati alla realizzazione del progetto avevano proposto, in cambio dell’approvazione della FIFA, che la Superlega acconsentisse alla partecipazione di una dozzina delle sue squadre principali a una Coppa del Mondo annuale sostenuta dalla FIFA per club. Per la FIFA, si sarebbe profilato un potenziale guadagno fino a $1 miliardo di dollari ogni anno.
PLACET – Sempre secondo il New York Times, il coinvolgimento della FIFA era necessario per evitare che il progetto venisse impantanato in contenziosi costosi e lunghi, e per escludere qualsiasi problema per i giocatori che vi avrebbero preso parte. Alcuni proprietari di club scettici avevano contattato direttamente gli alti funzionari della FIFA. E la risposta che avrebbero ricevuto è stata eloquente: se il piano fosse stato messo insieme in un certo modo, la FIFA non si sarebbe opposta.
Allarmato dalle notizie, Aleksander Ceferin, il presidente della UEFA, aveva più volte chiesto ad Infantino di esporsi e chiarire se fosse coinvolto nel piano. Infantino aveva risposto detto di no, ma inizialmente ha esitato quando gli è stato chiesto di impegnarsi in una dichiarazione di pubblica condanna. Dopo tanta pressione, però, Infantino ha fatto marcia indietro. Non è chiaro se ci siano stati altri colloqui tra la FIFA e i club della Superlega, nelle settimane precedenti all’uscita allo scoperto dei club. Ma la FIFA è stata l’ultimo dei principali organi di governo del calcio a rilasciare una dichiarazione ufficiale sulla Superlega. E lo ha fatto solo dopo che la UEFA, le Federazioni Nazionali e i politici hanno chiarito la loro opposizione.
Fonte: Nytimes.com – Tariq Panja
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