Mondo Inter

Studio PoliMi: “San Siro, no al restyling. Sì allo stadio evoluzione Meazza”

A Inter e Milan serve un nuovo stadio in zona San Siro e non la ristrutturazione del Meazza. Sembra essere questa in sostanza la conclusione dello studio del Politecnico di Milano.

STUDIO – A seguire l’esito dello studio effettuato dal Politecnico di Milano sullo stadio del futuro per Inter e Milan. Queste le parole di Emilio Faroldi, Vice Rector dell’università meneghina a seguito dello studio commissionato dalle due società, riportate dal sito del “Sole 24 Ore”: «Le due società calcistiche di Milano hanno bisogno di uno stadio che risponda alle esigenze contemporanee del calcio e a quelli che saranno i bisogni dei tifosi tra dieci o venti anni e che permetta ai due club di innalzare i propri ricavi per tornare a vincere. Essendo questi gli obiettivi, una ristrutturazione di San Siro non è assolutamente sufficiente. Non è possibile riplasmare una struttura dalla così forte resilienza. L’unica risposta perciò è uno stadio nuovo».

RESTYLING BOCCIATO – “La ristrutturazione costa meno (per uno stadio moderno da 60mila posti, i costi si aggirano sui 300/400 milioni) ma non consente di ottenere gli stessi risultati. Non permetterebbe, per il Politecnico, di avere uno stadio “performante” dotato di quella mixitè che contraddistingue i più vivaci centri storici delle capitali europee. Come comprare un’auto usata, per quanto tenuta bene, oppure un’auto nuova di zecca equipaggiata con i migliori optional”.

NUOVO STADIO – “Lo stadio di San Siro/Meazza ha subito nel corso della sua esistenza profondi restyling negli anni ’50 e ’90. Il nuovo stadio da realizzare al posto di quello esistente, secondo Faroldi, sarebbe però un’evoluzione dell’attuale edificio, come una sorta di “quarto anello”, garantendo lacontinuità della memoria calcistica cittadina”.

CONSIDERAZIONI – “Dall’ottimizzazione delle risorse finanziarie al risparmio di suolo pubblico; dalla riqualificazione urbana dell’area alla mobilità “dolce” già in gran parte assicurata dalla connessione stradale e metro all’impianto. Un nuovo San Siro a San Siro, insomma, passando da uno “stadio oggetto” a uno “stadio luogo”. Uno stadio cioè che fornisca servizi a tutta la famiglia, interattivo e iperconnesso per la condivisione live dell’esperienza, facilmente raggiungibile, il più possible autosufficiente dal punto di vista energetico e aperto magari a funzioni pubbliche, palestre o scuole, quali presidi di pubblica utilità che facilitino l’osmosi tra il tessuto urbano e le sue due squadre. Un edificio, inoltre, assemblato con materiali all’avanguardia, adattabile a più usi nel suo ciclo di vita e totalmente “digitalizzato”. «Oggi la tecnologia – aggiunge Faroldi – favorisce la coabitazione dei due club. Basterà schiacciare un pulsante per “cucire” sull’edificio e negli spazi interni il vestito e i colori dell’uno o dell’altro. E ciò costituirebbe un unicum nel mondo del football. Una grande infrastruttura condivisa da due grandi team. Una testimonianza della milanesità nel calcio intesa come rivalità e non scontro»”.

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