Serie A, Coronavirus: il CTS dice ‘no’ alla riapertura degli stadi al 25%
Il Comitato tecnico scientifico del Governo ha confermato il ‘no’ al riempimento degli stadi di Serie A (e non solo) fino al 25% della loro capienza. Valutazione rimandata a metà ottobre, quando la situazione legata al coronavirus si spera possa migliorare. I dettagli e la nota ufficiale
PRIORITÀ – Frenata brusca, ma prevedibile lungo la strada tortuosa che porta alla riapertura totale degli stadi di Serie A e non solo. Il Comitato tecnico scientifico del Governo, a margine della riunione di oggi, ha confermato il ‘no’ al riempimento degli impianti sportivi fino al loro 25%. Gli scienziati predicano cautela e rimandano la valutazione alle prossime settimane. L’obiettivo è allargare la cinghia intorno a metà ottobre, quando la curva epidemiologica, legata al coronavirus, smetterà di crescere (si spera). Ma fino a quel momento non ci saranno deroghe alle disposizioni attuali. Massimo mille spettatori per gli eventi sportivi all’aperto e non più di 200 per quanto riguarda gli impianti al chiuso. Questa la nota ufficiale del Comitato tecnico scientifico:
“Per quanto riguarda la partecipazione del pubblico agli eventi delle diverse discipline sportive e delle diverse serie, confermando che essi rappresentano la massima espressione di criticità per la trasmissione del virus – anche in considerazione del recente avvio dell’anno scolastico, il cui impatto sulla curva epidemica dovrà essere oggetto di analisi nel breve periodo – il CTS ritiene che, sulla base degli attuali indici epidemiologici ed in coerenza con quanto più volte raccomandato, non esistano – al momento – le condizioni per consentire negli eventi all’aperto e al chiuso, la partecipazione degli spettatori nelle modalità indicate dal documento predisposto dalla Conferenza delle Regioni e Province Autonome.
Resta, comunque, imprescindibile assicurare – per ogni evento autorizzato dalle norme attualmente in vigore – la prenotazione e la preassegnazione del posto a sedere con seduta fissa, il rigoroso rispetto delle misure di distanziamento fisico di almeno 1 metro, l’igienizzazione delle mani e l’uso delle mascherine. Qualora l’evento non possa garantire le citate misure di prevenzione, i numeri indicati nel DPCM dovranno necessariamente essere ridotti dagli enti organizzatori e posti sotto la valutazione e la responsabilità delle autorità sanitarie competenti.
Il CTS, pur comprendendo le aspettative di un ritorno graduale degli spettatori alla fruizione in presenza degli eventi sportivi, ritiene che la proposta operata dalla Conferenza delle Regioni e Province Autonome potrà essere riconsiderata sulla base dei risultati del monitoraggio di impatto delle riaperture della scuola e della pubblica amministrazione“.
Fonte: Fanpage.it