Sconcerti: “Calcio, virus colpo finale ma vero problema è un altro. Inter…”
Nel suo articolo sul sito del “Corriere della Sera”, Mario Sconcerti ha parlato della crisi nel calcio dovuta al Coronavirus e prende un caso nell’Inter per fare un esempio
CRISI CALCIO – Queste le parole di Mario Sconcerti sulla crisi esplosa nel mondo del calcio a causa dell’emergenza Coronavirus. “Il vero problema del calcio sono i suoi debiti. Il virus è il colpo finale, una grande cassa di risonanza dietro cui mascherare con una ragione inevitabile, quasi nobile, una situazione comunque non più sostenibile“.
TAGLIO STIPENDI – Sconcerti sul possibile taglio stipendi dei calciatori. “Se davvero la malattia dovrà cambiarci, sarà tempo di capire che non possiamo più chiedere al calcio le cose impossibili che con la scusa dei sogni gli abbiamo sempre chiesto. È scoppiata la bolla, bisogna ricucire, tappare, pensare e agire in modo diverso. Il taglio degli stipendi è la cima dell’iceberg. Da solo non risolve niente se non la combinazione di un bilancio. Lo dimostrano le contraddizioni che si porta dietro. Perché si dovrebbe non pagare lo stipendio a chi a marzo è stato a casa per malattia? Perché si dovrebbe non pagare lo stipendio a chi in aprile sarà in ferie forzate? Ma soprattutto perché si dovrebbe far pagare tutto il conto del debito ai giocatori, cioè agli unici che scendendo forse in campo, possono limitarlo?“.
MORATTI E BERLUSCONI – Sconcerti fa quindi l’esempio di Massimo Moratti e Silvio Berlusconi. “Questo calcio ha sfinito gente come Moratti e Berlusconi, siamo già alle seconde-terze generazioni anche di proprietari stranieri. Negli ultimi 10 anni il calcio ha moltiplicato il suo fatturato in modo fittizio. Incassa 100 milioni per vendere Pogba ma ne paga altrettanto per prendere Higuain. Il fatturato cresce, la ricchezza no“.
ESEMPIO – Sconcerti infine parla della crescita esponenziale del valore dei cartellini dei giocatori. “L’Inter pagò Ibrahimovic 28 milioni, oggi con 14 anni meno, ne varrebbe 200 più una quarantina di mediazioni. L’impressione è che nella sostanza il calcio reggerà sempre perché rende ricchi tutti, è una grande società di mutuo guadagno“.
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Fonte: Mario Sconcerti – Corriere della Sera