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Rocchi si ritira: “Da arbitro odiavo i precedenti. Sul VAR ero scettico, poi…”

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Rocchi, sabato 1 agosto, ha diretto la sua ultima partita da arbitro con Juventus-Roma. A quasi due settimane di distanza, intervistato da Lorenzo Fontani per Sky Sport, ha dato un giudizio sulla sua carriera e svelato alcune cose insolite.

L’AUGURIOGianluca Rocchi analizza come deve crescere la visione degli arbitri: «Mi piacerebbe, tantissimo, che l’arbitro venisse ormai considerato una parte fondamentale del gioco, ma all’interno dalla partita. Quindi che lo si vedesse con occhi diversi, perché ancora lo si vede come una figura esterna. Il saluto in campo dopo Juventus-Roma? La cosa che mi lascia una grandissima soddisfazione dell’altra sera è che io mi sono sentito in quel momento una parte del gioco, vera, perché me l’hanno riconosciuto loro. È per questo che mi sento ancora di ringraziarli».

CRITICHE – Rocchi torna su un altro Juventus-Roma, dell’ottobre 2014: «Tra virgolette è stato quasi giusto chiudere un cerchio, perché quella partita mi ha insegnato tantissimo. Soprattutto mi ha insegnato come reagire. Ho fatto un percorso mio personale, ho cercato di capire dove avevo sbagliato e soprattutto come potevo ripartire. Devo dire che gli anni successivi sono stati un po’ la rivalsa mia personale, con me stesso, per dimostrare che non ero quello di quella serata. Sono veramente felice di aver fatto l’arbitro, perché mi ha dato diverse soddisfazioni in vari momenti della mia vita. Lo consiglio soprattutto ai ragazzi giovani, perché è un mondo incredibile. Ho avuto dei maestri che mi hanno insegnato ad arbitrare, e li ringrazio, ma quando sei da solo in campo sei te stesso. In quel momento lì solo quello che hai realmente dentro di te lo riesci a tirare fuori».

LE VERITÀ DELL’ARBITRO – Rocchi rivela: «A me del mondo del calcio non piacciono tanti preconcetti che ci sono sugli arbitri in generale. Per esempio io odiavo, da arbitro, i precedenti: quando c’erano i precedenti di un arbitro con li odiavo, perché era un quasi mettere in discussione la buona fede. Devo essere sincero: io ero molto scettico per il VAR. Perché? Essendo un arbitro vecchia maniera sono abituato a voler decidere sempre e comunque da solo. L’ho visto come una novità che avrebbe potuto mettere in discussione la mia leadership e il mio modo di essere. In realtà poi è stato uno strumento che mi ha fatto dormire notti sicuramente migliori e mi ha fatto, soprattutto, venire via dallo stadio con la consapevolezza che il risultato di una partita era molto più probabile che fosse giusto e corretto».

GIUSTO RIPRENDERE – La Serie A è stata a rischio interruzione definitiva, che avrebbe messo una fine anticipata anche sulla carriera di Rocchi. L’ex arbitro è contento che il campionato sia finito: «Credo ci sia da fare un plauso al presidente Gabriele Gravina e alla FIGC in generale. Anche agli arbitri, perché chiaramente facciamo parte anche noi del sistema. Credo che, senza la tenacia che ha avuto nel voler portare in fondo il campionato dal primo momento, dove anch’io personalmente avevo tanti dubbi, sia un bell’esempio. Quando uno decide una cosa e la porta in fondo poi i risultati sono indiscutibili. La prima partita (dopo la ripresa e quindi a porte chiuse, ndr), faccio sorridere, mi trovavo quasi a cercare di toccare qualche giocatore perché mi serviva un contatto: mi sentivo solo».

Pubblicato da
Riccardo Spignesi

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