Recoba: “5 maggio no colpa di Gresko. Inter-Sampdoria 3-2 da ricordare”
Nel corso della sua intervista su “Instagram” per il profilo “Mario Inter” (vedi articolo), Alvaro ‘Chino’ Recoba ha parlato di due partite emblematiche della sua carriera: quella contro la Lazio il 5 maggio 2002 e quella della famosa rimonta da 0-2 a 3-2 contro la Sampdoria. Un commento, poi, anche sul suo rapporto con Massimo Moratti.
RIMONTA STORICA – Una delle partite più emblematiche di Recoba in maglia nerazzurra è la memorabile rimonta contro la Sampdoria con un suo gol decisivo: «Contro la Sampdoria ero entrato sullo 0-1, ma la partita non ci girava e non ci andava bene. Poi loro fanno un pallonetto lungo, 0-2. Subito dopo calcio da fuori e prendo il palo. A quel punto avevamo pensato fosse finita. Poi però capitano queste partite che devi cercare per forza di andare a vincere e rimani messo male in difesa. Siamo andati tutti in avanti con Oba che poi ha fatto l’1-2. Lì eravamo già a un gol per pareggiare che sarebbe stato un bel risultato. Abbiamo avuto anche altre occasioni in quel momento. Poi Bobo l’ha messa dentro proprio di ignoranza. Allora siamo andati tutti ancora di più in avanti e ci rimane questa palla lì, Pupi la dà a Karagounis che fa questo cross in mischia, Deki in quel momento ha la lucidità per lasciarmela lì e si sposta. A quel punto io ho tirato una sassata e quando fai il 3-2 non sai come festeggiare, non sai proprio cosa fare. Allora ho cominciato a correre, avrei voluto abbracciare tutto il pubblico. Ho fatto uno scatto dalla bandierina, sotto tutta la nostra curva, fino all’altra bandierina. È stata una partita per noi veramente da ricordare, perché non era semplice fare quei tre gol in quei pochi minuti».
PARTITA MALEDETTA – Un’altra partita memorabile (in senso tuttavia negativo) giocata da Recoba in maglia nerazzurra è stata quella contro la Lazio il 5 maggio 2002: «Se ne sono dette tantissime sul 5 maggio, quello che contava era andare a vincere a Roma, che non era semplice perché non giocavi contro l’ultima in classifica. Noi siamo partiti alla grande quel giorno, abbiamo fatto gol e stavamo giocando bene. Loro hanno pareggiato, poi abbiamo fatto il due a uno. Dopo c’è stata una giocata molto sfortunata quando abbiamo preso il 2-2. Fino a lì stavamo facendo una partita per vincere lo scudetto. Voglio dire che non è colpa di Gresko, ma è colpa di tutti quanti noi che siamo scesi in campo. Quando abbiamo preso il 3-2 è stato un colpo duro, lì abbiamo capito che era ancora più difficile. Dopo hanno fatto anche il quarto gol quando abbiamo cercato di spingerci in avanti ed è finita lì. Penso che quel campionato la Juventus lo abbia vinto perché ha meritato, ma poi quando vai a vedere quanto successo gli anni prima capisci che non eravamo così male. Certo, potevamo vincere sul campo quella partita, però un po’ mi sono ricreduto perché alla fine non siamo riusciti negli ultimi 30 minuti a fare quanto di buono in quella stagione».
RAPPORTO SPECIALE – Infine inevitabile il racconto di Recoba sul suo rapporto con l’allora presidente Massimo Moratti: «Io mi sono fatto voler bene non solo da Moratti, ma da tutti. Io non andavo a cercarlo tutto il giorno perché lui mi parlasse. Io ero un ragazzo che faceva la sua vita, stavo tranquillo a casa con mia moglie. Lui aveva questa passione che anche io avevo per lui. Quando ero all’Inter penso di non averlo mai chiamato per dirgli niente, lui aveva con me questo feeling che è cresciuto vedendo un ragazzo giocare a calcio come lui voleva che fosse il calcio, con allegria e cercando di fare cose belle. Ogni volta che sono in Italia, Massimo mi viene a cercare per salutarmi e per vedermi. A me fa molto piacere vederlo e parlare con lui. Ricordo quando sono andato nel suo ufficio, dietro di lui c’era appesa la mia maglia. È una persona che a me ha dato tanto e a cui voglio tantissimo bene, perché è stato quello che ha sempre voluto tenermi».