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Ranieri: “Serie A, ripresa? Ci vorranno settimane! Italia come in guerra”

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Claudio Ranieri, ex allenatore tra le altre di Inter, Roma, Leicester e oggi della Sampdoria, nel corso di un’intervista rilasciata su “Repubblica” dice la sua riguardo la possibile ripresa del campionato considerando l’emergenza Coronavirus (Covid-19).

“RIPRESA? DIFFICILE” Claudio Ranieri dice la sua riguardo la possibile ripresa del campionato di Serie A facendo riferimento all’emergenza sanitaria: «L’Italia è sommersa come se fossimo in guerra. Gli ospedali delle grandi città in ginocchio. E le trasferte sono viaggi e in Italia non ci sono più zone franche. Quando luoghi e alberghi saranno sicuri? Si parla di gare in campo neutro, escludendo qualche regione. Non sono d’accordo: o si riprende tutti o nessuno. Questo virus può dare problemi al cuore: prima di tornare ad allenarsi, vale per la Samp e per tutte le squadre, è dovere dei medici ridare ad ogni atleta l’idoneità completa. Non solo una visita generale, ma approfonditi controlli cardiaci. Con la salute non si scherza – poi conclude –prima di tornare a giocare ci vorranno settimane di preparazione, sarà peggio di un ritiro estivo perché c’è chi è stato contagiato dalla malattia. E tra l’altro si ipotizzano tre partite a settimana, cosa già difficile prima che arrivasse il virus. Scudetto d’ufficio alla Juve? Blocco retrocessioni? Prossima Serie A a 22 squadre? Federcalcio e Lega, spetta a loro decidere. Io faccio l’allenatore. In emergenza purtroppo creare scontenti è facile. Solo un’eccezione: lasciare in B il Benevento con 22 punti di vantaggio non si può. Non si può fare questo torto».

STIPENDI«Non sappiamo se il campionato riprenderà, parlarne ora ha poco senso. Credo che i calciatori non si siano mai tirati indietro, la Sampdoria ha fatto un’importante donazione al San Martino, ospedale in prima linea. Siamo gente seria, se c’è da contribuire a un Fondo di Solidarietà per tutelare i calciatori di C e D io sarò il primo. Non sono avido. Ma ora ogni tesi è teoria, la situazione è troppo nebulosa. Per esempio: le tv pagheranno tutti i diritti o una parte?».

Fonte: Repubblica.

Pubblicato da
Davide Conzales

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