Pozzo: “Germania? Vi spiego le differenze. Protocollo, quanto egoismo!”
Giampaolo Pozzo, patron dell’Udinese, intervenuto sulle frequenze di “Radio Anch’io Sport” ha detto la sua riguardo la lettera inviata alla Lega Serie A per tutelare i medici e dirigenti, la ripresa del campionato e gli allenamenti.
LETTERA – Giampaolo Pozzo inizia parlando della lettera inviata alla Serie A e spiegandone i motivi: «Lettera alla Serie A? Noi siamo sempre stati dentro la Lega e abbiamo sempre operato in correttezza. Ai tempi dell’incontro Udinese-Fiorentina a porte chiuse è successo che la Fiorentina è arrivata qui contagiata con tutti i problemi di positività, noi veniamo coinvolti e nello stesso tempo andiamo in quarantena. I nostri medici si preoccupano e vengono a sapere che non esiste una legislazione che chiarisca bene la loro responsabilità, anzi, la loro responsabilità è addirittura penale e lo è ancora oggi, quindi io difronte a una situazione del genere che non posso risolvere. Parliamo di penale e a Udine i tribunali funzionano bene noi stiamo attenti al penale. Io per tranquillizzare sia i medici che i dirigenti, escludo il sottoscritto, ho sentito il dovere di mandare questa lettera che non c’entra niente con il fatto che noi non vogliamo giocare. Noi vogliamo giocare! Ed è venuto fuori il pandemonio».
DIFFERENZE CON LA GERMANIA – Pozzo contro gli elogi nei confronti della Germania, che ha ripreso a giocare ma conta già tanti infortunati: «L’Udinese si allena con gradualità e devo ringraziare il Governo per la prudenza che sta utilizzando. I giocatori sono fermi da due mesi e mezzo e vogliono giocare, si vede questo trionfalismo della Germania, ma hanno sedici infortunati: otto solo il Borussia Dortmund. In Germania stanno giocando più o meno una partita alla settimana, nel nostro progetto significa giocare due partite a settimana. Cioè allenarci quindici giorni e giocare due partite a settimana. Cinque sostituzioni? Sono favorevole però sempre in sicurezza».
EGOISMO – Pozzo parla di egoismo nel mondo del calcio, soprattutto nella creazione del protocollo: «Nel calcio c’è una grande dose di individualismo ed egoismo, ognuno cerca di fare il furbo, anche nei protocolli qualcuno ha voluto fare il furbo e gioca con il pallone ed io ne ho le prove, ma non voglio fare polemica. Protocollo? Il primo progetto non era applicabile, i giocatori non dovevano vedere nessuno per tre mesi e pensare ad allenarsi e giocare e basta…».
RIPRESA E DIRITTI TV – Pozzo conclude dicendo la sua riguardo l’eventuale ripresa del campionato di Serie A e diritti TV: «Ripresa? Io dico a fine giugno, poi se ci sarà da spostare ulteriormente si allunga, abbiamo perso tre mesi non per capriccio. Ci mettiamo d’accordo con l’UEFA ma è meglio ragionare in quei termini lì, non possiamo fare un calendario di dodici ore invece di ventiquattro. Ci si può mettere d’accordo, si deve ragionare serenamente come la pensano i tecnici. Lo stesso ragionamento che sta facendo il Governo con il gruppo di scienziati anche se abbiamo ancora 300 morti al giorno e di questo dobbiamo tener conto».