Mauricio Pineda, ex difensore di Udinese e Cagliari, intervistato dal quotidiano argentino La Nacion, ha parlato dell’ultima giornata del campionato di Serie A del 2002, andata in scena nel famoso “5 maggio”. Pineda, allora in forza all’Udinese, avversaria della Juventus, si rifiutò di scendere in campo
BISCOTTO – Queste le parole di Mauricio Pineda: «I primi sei mesi all’Udinese furono fantastici, ho fatto molto bene. Mi chiedono perché ne stia parlando adesso dopo 20 anni, non capisco la sorpresa. Nessuno me lo ha mai chiesto, a parte perché io sia sparito. La Juventus, che è una grossa squadra, è stata retrocessa. Luciano Moggi, che era l’amministratore delegato, era un Dio del calcio. Ma fu sanzionato e non è più tornato a fare il dirigente. In molti lo hanno subito. Nel 2002, l’Udinese, che si era salvata nella giornata precedente, doveva giocare l’ultimo turno contro la Juventus che doveva vincere a tutti i costi. L’Inter di Cúper perse a Roma contro la Lazio. La Juventus vinse con l’Udinese 2-0 e divenne campione. Io avevo giocato ogni partita e quella volta non giocai. Non volevo fare “biscotti”. Qualche giorno prima dissi che mi ero fatto male ad un muscolo e non giocai. Sono sempre stato molto chiaro. Se me lo avessero chiesto prima, lo avrei detto senza problemi. È venuto tutto alla luce. È tutto provato. È qualcosa che è venuto alla luce. Tutto è controllato».
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