Pedullà: “Inter, onta pesante! Conte ha mandato il gemello, colpe sue”
Pedullà condanna Conte per quanto successo mercoledì, con la fallimentare uscita dalla Champions League dell’Inter. Il giornalista, in collegamento da Roma per “Sportitalia Mercato”, vede l’allenatore come il principale responsabile del tracollo europeo.
COLPE PRECISE – Per Alfredo Pedullà non ci sono giustificazioni: «Lo scudetto salverebbe l’Inter? Forse. È un’onta pesante, una macchia incancellabile. Due anni di fila fuori dalla Champions League, quest’anno da ultimi: non hai alibi. Penso che Antonio Conte dovrebbe, prima di presentarsi davanti alle telecamere dopo la partita, dovrebbe o ingaggiare qualcuno in grado di consigliargli cosa dire, anche a livello di galateo, o non presentarsi. Non si può trattare chi gli fa una domanda come se fosse uno straccio. Anche il club dovrebbe fare qualcosa per evitare che si presenti in sala stampa e abbia un atteggiamento così. Lui si è imposto come quello che ti deve spiegare un fallimento dicendo che è colpa degli altri: per me è una cosa insostenibile. Io penso che lui, soprattutto, debba fare un piccolo bagno d’umiltà e capire che ogni tanto sbaglia lui, la colpa è sua».
TUTTO MALE – Pedullà valuta il girone: «Va agli ottavi il Borussia Monchengladbach che ha giocato a tennis con lo Shakhtar Donetsk, di che cosa stiamo parlando? Quel Real Madrid soltanto l’Inter l’avrebbe potuto rialzare: i sei punti su sette prima dell’ultima con chi li ha fatti? Con l’Inter. Penso che Conte debba fare tesoro di queste cose per presentarsi, una volta in quindici mesi, e chiedere scusa. È un grande allenatore, che all’Inter ha mandato il gemello che non riesce a imbroccarla. Ha tolto Lautaro Martinez anziché fare un casino disorganizzato: perché non può? È prigioniero dei suoi schemi, 3-5-2 che cambia per provare Christian Eriksen che non ha mai gradito. Questa è un’Inter che, purtroppo, non ha una cifra tecnica e privilegia l’aspetto temperamentale: quando c’è un giocatore che cambia passo non va bene. L’Inter deve vincere lo scudetto per cancellare questa che, per me, è una macchia indelebile».