Paolillo: «Suning costretta a vendere l’Inter se non cambia. Superlega circo!»
Paolillo, ex Amministratore Delegato dell’Inter del Triplete, ha parlato nel corso di “Sportitalia Mercato” della vicenda Suning e della Superlega. Secondo lui, in caso di modifiche, la proprietà cinese sarà costretta a vendere i nerazzurri.
RIFIUTO DECISO – Ernesto Paolillo è contro la Superlega: «No, è una follia. È come creare il Circo Barnum che va in giro per l’Europa e per il mondo a fare delle partite di show. Sarebbe stato un po’ come gli Harlem Globetrotters, una Superlega per eletti fatta senza la competizione meritocratica non aveva senso. Il problema vero è che l’UEFA non redistribuisce equamente i ricavi. Andando a vedere i bilanci dell’UEFA vediamo quanto incassa, fra diritti TV e sponsor, da tutte le partite e quanto distribuisce: vediamo che accumula utili anno per anno. È evidente che squadre in difficoltà, che spendono tanto per fare spettacolo, un bel momento vorrebbero una diversa redistribuzione. Ma un conto è combattere all’interno dell’UEFA».
TITOLO VICINO – Paolillo parla dell’Inter in relazione alla Serie A: «Fatta? Non è ancora detto (ride, ndr), la prudenza non è mai troppa. Che effetto fa essere tornati ai vertici? Molto bello. Credo che sia un premio non solo per la squadra, ma anche per Giuseppe Marotta e Alessandro Antonello. Hanno gestito la squadra molto bene, con scelte molto oculate, sapendo tenere la squadra al di fuori dei problemi finanziari ed economici. Perché, quando non si pagano gli stipendi per mesi, delle ripercussioni ci sono. Hanno saputo tenere la fiducia della squadra e dell’allenatore, questo premio lo meritano. Suning vende senza Superlega? Credo, è una mia impressione, che alla fine venderà. Se non cambia in Cina la possibilità di investimenti all’estero sarà costretta. Sapere non so niente, però guardando i conti e la situazione senza possibilità di ricapitalizzare Suning può fare solo una cosa: trovare un buon compratore e vendere».
IL PARAGONE – Paolillo mette a confronto Antonio Conte e José Mourinho: «Io sono convinto che, come modalità di tenere compatto il gruppo, non ci sia molta differenza fra i due. Indubbiamente adesso Conte ha molta più fame di vittorie rispetto a Mourinho, e credo che la fame faccia tanto a livello di motivazione. Mourinho lo vedo spento in questi anni: ha perso motivazione e il potere di avere empatia sulla squadra. Purtroppo al Tottenham non l’abbiamo visto».