Mondo Inter

Olivari: “Inter, tutti out tranne 4! Conte non ha mai chiesto Sensi. Barella…”

Stefano Olivari, in un articolo per il sito “Indiscreto” di cui è direttore, ha fatto un analitico punto della situazione in casa Inter svelando alcuni retroscena: quasi tutta la rosa nerazzurra è di fatto sul mercato e Antonio Conte ridimensiona le aspettative in attesa degli acquisti (e delle cessioni)

RIVOLUZIONE – Di seguito quanto scritto da Stefano Olivari: “Icardi, Nainggolan, Perisic, forse adesso anche Politano. Sono tutti i giocatori che Marotta e/o Conte hanno messo fuori dall’ancora imprecisato ‘Progetto Inter’. Una curiosa strategia per vendere gli indesiderati: parlarne o farne parlare male, sottintendendo che sono loro a bloccare i colpi in entrata. E ogni giorno si aggiunge qualcuno, chissà dopo la partita con la Juventus a chi toccherà… Magari a Skriniar (scherziamo, abbiamo capito che bisogna sempre specificarlo visto che l’85% dei lettori di Indiscreto arriva dai motori di ricerca). Il Conte della vigilia è stato comunque più conciliante che nei giorni precedenti, sfruttando a modo suo la situazione. In base alle decisioni di mercato, sintetizziamo il pensiero dell’allenatore dell’Inter, cambieranno anche le aspettative. In altre parole: mi date in pratica la squadra dell’anno scorso più Barella e Sensi, mi cedete Pinamonti che io almeno avrei voluto valutare (siamo noi che interpretiamo Conte), vedo scritto da autori credibili che sarebbe un grande colpo Rafael Leao, prima punta da 8 gol nel Lille, non potete quindi chiedermi più del terzo posto. Ma al di là del maniavantismo di Conte, che quindi sminuisce la sua importanza, ci permettiamo qualche distinguo fra i vari casi. Saltiamo un turno su Icardi, non inventiamoci novità quando non ci sono. Ci hanno raccontato (i muri di Lugano) che a Nainggolan una mano Conte l’avrebbe anche tesa, perché le caratteristiche del belga gli interessano più di quelle di Sensi (che non ha mai chiesto, infatti legge con dispiacere quando si parla di ‘Regalo all’allenatore’) e di Barella (che gli piace, ma dovendo scegliere l’avrebbe comprato dopo la grande punta). Il problema è che Nainggolan anche senza infortuni, ripulito e tirato, dai vari test non risulterebbe più Nainggolan. E quando a un centrocampista si spegne la luce, il buio è per sempre. Con Nainggolan quindi il progetto non c’entra, semmai sarà il club a dover minimizzare i danni ma la vediamo difficile visto il momento personale ed il fatto che non vuole lasciare l’Italia. Un disastro finanziario e sportivo da mettere in conto a Spalletti, che non poteva non conoscere il tragico cambio di cilindrata del suo pupillo. Siamo rimasti sorpresi dalla bocciatura di Perisic, giocatore che ha tutto per piacere a Conte anche come decatleta sulla fascia sinistra. Una bocciatura avvenuta nella confusione, per i troppi giocatori senza un futuro nerazzurro, degli allenamenti di Lugano e non certo per i 45′ anonimi giocati con il Manchester United, in cui Perisic ha fatto il tappabuchi come punta. Una bocciatura senza senso, già a fine luglio, per un campione che anche senza ispirazione sa diventare gregario senza problemi. Incommentabile la freddezza con Politano, uno dei migliori la scorsa stagione e giocatore versatile come pochi, nel 3-5-2 di Conte ideale seconda punta. Una riga la merita anche la questione dei troppi giocatori, tirata fuori da Conte. In questa fase della stagione tutti i grandi club italiani hanno questo problema, vendere (a maggior ragione gente di cui si parla male) è sempre più difficile che comprare. La sottolineatura non è però un segnale di freddezza con Marotta, ma anzi un po’ di pressione in più messa ad Ausilio, che soprattutto a livello medio ha tante situazioni difficili da risolvere. A questo punto il progetto sembra uno solo: fare piazza pulita non soltanto dei ‘casi’ da gestire in pasto all’opinione pubblica interista meno avvertita, ma di quasi tutti, in modo da ripartire da una squadra titolare tutta di uomini di Conte tranne Handanovic, Skriniar, de Vrij e Brozovic. Dal punto di vista sportivo è una scelta forte ma che può avere un senso (l’Inter 1988-89 nacque cambiando cinque titolari già in estate), dal punto di vista finanziario sta invece diventando quasi una Caporetto. E le dimissioni di Conte, di cui ieri qualche sito ha parlato? Non sono mai state date né pensate, non fosse altro che perché manca un mese e mezzo alla fine del mercato. Certo avremmo voluto essere una mosca alla cena da papà Zhang a Nanchino, con le barriere linguistiche a sovrapporsi a quelle ideologiche”.

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