Olivari critico: “Conte e Marotta, ‘noi’ e poi foto da soli! Zero simboli Inter”
Il giornalista e tifoso interista Stefano Olivari, in un articolo per il sito “Indiscreto” di cui è direttore, ha commentato la conferenza stampa di presentazione di Antonio Conte all’Inter con Giuseppe Marotta al suo fianco criticando anche una scelta in merito al ritiro di Lugano
CRITICHE – Di seguito il pensiero di Stefano Olivari: “Cosa ci ha colpito della conferenza stampa a inviti di Antonio Conte? Niente di quello che ha detto, come è logico che sia a quasi due mesi dalla fine del mercato e dall’inizio della stagione. Qualche messaggio del genere ‘Prendetemi i giocatori che ho chiesto’ e qualche fondo di magazzino da mental coach, tipo ‘Il Noi deve prevalere sull’Io’. Quelle cose che in bocca a qualche allenatore della NBA sembrano intelligenti, almeno per qualche quindicenne con la felpa dei Sixers che si emoziona mormorando ‘Trust the process’, ma che tradotte in italiano sono banalità. Molto più interessante il contorno, dal Beppe Marotta al suo fianco a Gabriele Oriali, fino a Piero Ausilio e Alessandro Antonello. Le temutissime domande sulla Juventus, che fino a prova contraria è alla base della grande considerazione di cui godono Conte e Marotta, sono state fatte soltanto dall’inviato di Tuttosport e neutralizzate con risposte in calcese. Simpatico che fra le foto ufficiali, quelle inviate ai giornali per pubblicazione, non ce ne fosse una sola di gruppo (com’era quella del Noi e dell’Io?): ritraevano Conte e Marotta, e basta. Senza peraltro alcun simbolo interista, non diciamo una maglia (!) ma anche solo una tazzina colorata di neroazzurro per il merchandising asiatico. Insomma, sarebbe potuta essere una conferenza stampa dell’Arsenal o dell’Atletico Madrid, discorso che peraltro vale ormai per quasi tutti. Però ammettiamo di avere perso il contatto con la pancia del paese: ai tifosi, non soltanto a quelli dell’Inter, questo calcio continua a piacere molto. Domani saremo a Lugano a raccogliere informazioni di prima mano sul ritiro neroazzurro, protetto da 32 addetti alla sicurezza (quando a Cornaredo c’è la nazionale svizzera sono 7) e 2 bellissimi cani lupo, al di là del fatto che i cani siano sempre bellissimi. Protetto non si sa da chi, visto che si svolge a porte chiuse e nessuno ha premuto per sfondarle […]”.