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Obinna. “All’Inter anno più bello della mia vita. Di Mourinho non dimenticherò…”

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Victor Obinna è stato intervistato sul sito di Gianluca Di Marzio. L’attaccante ex Inter ha parlato anche dei suoi ricordi sull’Inter e su Mourinho.

OSSERVATORE – “Niente più capriole, ho chiuso col calcio giocato. Ora faccio l’osservatore, cerco talenti in Africa. In Nigeria sononato e cresciuto. Il mio secondo tempo doveva partire da qui. Voglio impegnarmi al massimo per aiutare i ragazzi africani. Giro l’Africa per guardare allenamenti e partite amichevoli. Qui mi conoscono tutti. Ma quando lavoro sono discreto. Capita che anche club di Serie A mi contattino per visionare dei profili”.

RAGAZZI COME ERA LUI – “Il mio obiettivo è togliere i ragazzi salla strada e portarli nelle academy dei club. Tante famiglie sono povere e  npn possono garantire un futuro ai figli. Se un ragazzo mi colpisce per come gioca vado a parlargli e poi mi confronto coi genitori Mi dicono ‘portami con te’. Per loro sono una specie di idolo. Anche io ero come loro. Da piccolo aspettavo che tornassero i miei idoli Kanu e West per avere maglie, scarpette, palloni. Era bellissimo”.

L’ARRIVO IN ITALIA – “Io sono riuscito a realizzarmi, mi sento fortunato. Fui notato con la Nigeria Under 20. Giocavamo contro Ajax, Feyenoord e altri club. Pierluigi Casiraghi, all’epoca osservatore dell’Inter, mi vide e decise di portarmi in Italia. L’Europa era come l’avevo sempre immaginata. Ho iniziato con il Chievo, dopo tre anni sono arrivato all’Inter. Mourinho mi chiamò in estate dicendomi che aveva bisogno di me. Non dimenticherò mai quelle parole”.

INTER SPECIALE –Quello all’Inter è stato l’anno più bello della mia vita. Vincemmo lo scudetto e io realizzai un gran gol contro la Roma. Quante capriole per esultare. Mourinho mi seguiva, era molto attento ai giovani. Io, Santon, Balotelli. Ci diceva di giocare il nostro calcio. Avevamo grandi maestri in campo, come Ibrahimovic. Voleva sempre vincere. Se in allenamento perdeva una partitella si arrabbiava con i compagni. Il suo bersaglio preferito era Viera”. 

Pubblicato da
Giulio Di Cienzo

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