Morello: “Inter 88-89, ecco quando fu la svolta! Eriksen come Matthaus…”
Dario Morello, ex giocatore dell’Inter nella straordinaria stagione 1988-1989, nel corso della diretta Instagram in collegamento con l’Inter Club Sanguenerazzurro DAN, ha risposto ad alcune domande dei tifosi e della testata giornalistica di Inter-News.it.
SVOLTA DELLA STAGIONE 88-89 – Dario Morello, ex attaccante dell’Inter prodotto della Primavera, nel corso della diretta Instagram con l’Inter Club risponde subito ad alcune domande poste dalla redazione di Inter-News. La prima riguarda proprio l’anno 1988-1989: «Dopo la partita di Coppa UEFA col Bayern Monaco è scattato qualcosa. Anche adesso, sia io sia gli altri, ci chiediamo ancora come abbiamo fatto a perdere una partita così: in sette minuti abbiamo preso tre gol. Ho avuto anche la palla gol che poi ho sbagliato, a rivederla oggi penso che avrei fatto sedere il portiere e messo la palla dall’altra parte, però a vent’anni non è facile ritrovarsi a giocare davanti a tantissima gente. Da quella partita è scattato qualcosa, si credeva tanto alla qualità di quella squadra perché era piena di grandi campioni. Da lì ci siamo resi conto che era l’anno giusto per poter vincere lo scudetto».
PARTITA SCUDETTO – Morello continua parlando della stagione 1988-89, in particolare la sfida scudetto contro il Napoli: «Per un ragazzo di vent’anni tifoso dell’Inter, con giocatori che vedevi negli album, ritrovarsi in una partita così importante con gente come Antonio Careca, Diego Armando Maradona, è una cosa indescrivibile. Una partita molto sentita perché poi andammo in svantaggio con un gol di Careca, ma la forza dell’Inter ebbe la meglio. La nostra forza era proprio quella di reagire e non pensare che stavi perdendo, continuavamo a macinare gioco perché avevi i giocatori adatti per farlo. Poi ci fu questo gol di Nicola Berti, deviato in mezzo pallonetto, e la famosa punizione di Lothar Matthaus che ha sancito la vittoria finale. Ancora adesso mi ricordo tutti i momenti».
ANEDDOTI – Morello racconta aneddoti sulla sua esperienza all’Inter: «Già dall’inizio si vedeva che era una squadra ben equilibrata, con un condottiero come Giovanni Trapattoni molto scrupoloso. Ci sono stati momenti in cui era stata messa in dubbio anche la panchina, perché non stavamo facendo benissimo, però l’aria che si respirava ad Appiano Gentile era di una squadra che poteva dire la sua. Era anche un’Inter che divertiva gli spettatori. Trapattoni? Ero il suo portafortuna. Credeva molto nella qualità dei giovani. Dava fiducia per lavorare bene e con tranquillità, nonostante avessi davanti grandi giocatori. Sapevo il mio ruolo: entrare quando c’era bisogno, entravo molto bene. Ricordo contro la Lazio: un allenatore di solito i giovani li mette sul 2-0, invece lui nei momenti di difficoltà mi buttava dentro perché correvo, davo fastidio agli avversari. Adesso per un giovane è difficile fare bene perché davanti ha tantissimi giocatori».
SU ERIKSEN – Morello dice la sua riguardo Christian Eriksen, spesso paragonato al Pallone d’Oro Matthaus: «Sì, potrebbe esserlo. Il calcio è cambiato tantissimo, però Antonio Conte è un allenatore molto valido. Uno di quei allenatori che riesce a dare qualcosa in più ai suoi giocatori. Quello è fondamentale. All’Inter quest’anno si è messo in mostra Sebastiano Esposito, che è un fenomeno. Poi un allenatore come Conte crede anche lui nei giovani, lì un ragazzo della Primavera si allena in un certo modo. Se hai l’Inter nel cuore è chiaro che l’obiettivo è quello di arrivare in prima squadra».
Si ringraziano Dario Morello e l’Inter Club Sanguenerazzurro DAN per la disponibilità mostrata nell’intervista. La riproduzione, anche parziale, dell’articolo è consentita solo previa citazione della fonte (Inter-News.it) e inserendo il link al contenuto originale.