Moratti: «San Siro funziona! Milan? L’anno scorso campionato regalato»
Moratti, dopo aver detto la sua sulla situazione dell’Inter e di Zhang (vedi articolo), ci tiene a ribadire quanto San Siro abbia un valore affettivo non solo per il club nerazzurro e il Milan. L’ex numero uno interista commenta anche il buon momento dei rossoneri. Di seguito la seconda parte della sua intervista ai microfoni de La Politica nel Pallone
MECCANISMI – Massimo Moratti si schiera dalla parte di chi vuole rimanere a San Siro: «Se dobbiamo tenerlo in piedi io ci giocherei, vorrei capire bene. Certamente sarà un grandissimo affare costruire un nuovo stadio ma penso che per un tifoso di calcio, così come per i giocatori, sentire gente che arriva dalla Premier League felice di giocare a San Siro, vuol dire che come stadio si vende ancora bene. Si sta benissimo, poi la gente ci va per una partita di calcio non di certo per mangiare un panino. Io credo che per tenerlo su ci giocherei però non entro in quelli che possono essere i meccanismi di investimento studiati per costruire il nuovo stadio».
CALMA – Moratti fa una battuta anche sui rivali cittadini: «Il Milan sta dimostrando di avere calma e attenzione però già l’anno scorso gli abbiamo regalato il campionato, quindi non mi piacerebbe ancora. Chi vince lo Scudetto? Presto per dirlo, quest’anno con i Mondiali a fine anno, questa stranissima situazione, devo dire che l’Atalanta che non ha alcun tipo di problema se sta attenta può trovarsi lì con facilità e poi c’è il Napoli che sta facendo bene».
TALENTI – Moratti commenta anche le prestazioni dei due giocatori più in forma della Serie A: «Kvaratskhelia gioca e con semplicità fa gol, una classe innata. Se mi piace Leao? Tantissimo, ha una testa libera e va via con una semplicità infinita. Ed è anche un bravo ragazzo. Credo che sia una grande fortuna per il Milan averlo. le proprietà americane? Gli americani guardano al calcio italiano come un grande potenziale dal punto di vista dello spettacolo, come noi non abbiamo mai fatto. Quindi credono di poter sviluppare il calcio italiano in questo senso. Finché è così e finché sono gruppi seri fa piacere».