Moratti: “Inter-Verona? Trappola! Non torno in pista. Mancini e Mourinho…”
Le parole dell’ex presidente nerazzurro, Massimo Moratti, al quotidiano veronese “L’Arena”. Poche ore prima di Inter-Verona, Moratti fa un tuffo nel passato presentando anche la gara di San Siro.
TUFFO NEL PASSATO – L’Inter ancora nel cuore, negli occhi decenni di campioni, vittorie e trofei vissuti in nerazzurro. Massimo Moratti torna a parlare e lo fa, in un’intervista concessa al quotidiano “L’Arena”, a poche ore da Inter-Hellas Verona:«Il Verona sta giocando molto bene. Era prevedibile che avesse questo impatto perché dall’inizio della stagione si è messa a proporre un calcio piacevole. Ivan Juric ha grandi meriti. Ci ha messo del suo. La rosa del Verona non è da primi posti in classifica. Ma la personalità che mette la squadra e l’atteggiamento del gruppo dimostra che non ci sono timori nell’affrontare qualunque avversario». Alla domanda se fosse disposto a rientrare in pista dopo l’epopea nerazzurra, Moratti risponde sincero: «Mi fa molto piacere tutto quello che è successo perché è stato molto bello. Ma non ho ambizione di tornare nella maniera più assoluta».
BUCCIA DI BANANA – L’Hellas Verona ha sorpreso tutti e secondo Moratti ci sono buone possibilità che sia la sorpresa di questo campionato:«Di sicuro è piacevole veder giocare il Verona. E Juric ha dimostrato di essere allenatore intelligente. Trovando un equilibrio che garantisce punti. Dietro a tutto c’è organizzazione. E il Verona può essere pericoloso per chiunque l’affronti».
MITI – Il tuffo nel passato, poi, attraverso i suoi miti sportivi e i suoi (quasi) rimpianti da dirigente dell’Inter:«Cassius Clay e Gigi Riva sono gli uomini simbolo dello sport per me. L’uomo e il campione insieme. Miti nerazzurri? L’Inter è fatta di mito e di miti che mi hanno accompagnato fin dall’infanzia. Ma questo penso sia scontato per me. E quindi, lasciando stare loro, penso a Totti. Francesco per me è un mito. Cioè un giocatore che, per qualità, avrei voluto vedere anche nell’Inter».
CARISMA DIRIGENZIALE – Si parla anche di dirigenti sportivi e di manager che hanno fatto la storia del football: «Mio padre (Angelo Moratti, ndr) li ha offuscati tutti, questo penso sia normale. Ma negli anni ho avuto modo di conoscere e confrontarmi. Penso ad Alex Ferguson, che ha segnato un’epoca al Manchester United. Un dirigente a tutto tondo. Uscendo dal calcio, i primi che posso citare sono Julio Velasco e Phil Jackson. Innovatori, uomini sopra tutti. Persone capaci di segnare un’epoca con il loro modo di approcciare lo sport. Poi, io ho avuto due ottime esperienze personali con José Mourinho e Roberto Mancini».