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Marotta: “Inter, non ci poniamo limiti. Mercato? Un obbligo, speriamo…”

Beppe Marotta, dopo l’assemblea dei soci dove è stato approvato il bilancio della stagione 2018-2019 (vedi articolo), nel corso della conferenza stampa insieme al presidente dell’Inter Steven Zhang e il CEO Corporate dell’Inter Alessandro Antonello, ha parlato degli ottimi risultati ottenuti nel corso di questi mesi. 

LE PAROLE DI MAROTTA – Dopo l’introduzione di Steven Zhang, che ha spiegato il lavoro svolto nel corso di questi mesi (dai risultati dell’Inter in campionato e in Champions League), l’Inter Femminile, e il nuovo percorso intrapreso con Beppe Marotta e Antonio Conte, spazio anche allo stesso Amministratore Delegato, che risponde alle domande dei giornalisti presenti.

Il livello raggiunto dall’Inter è quello raggiunto per il primo anno o si può fare qualcosa in più?

«Nello sport non bisogna porsi limiti, bisogna sempre guardare avanti. L’obiettivo chiaro di inizio stagione, dopo che mi sono confrontato con la proprietà, era sempre quello di guardare alla vittoria. Questo significa plasmare e comporre una squadra che debba avere una visione comune, basata su valori come cultura del lavoro o sacrificio. Tutti questi valori li abbiamo rappresentati in un leader come Conte, questo percorso ci trova soddisfatti. L’allenatore, che ama anche più di noi il suo lavoro, deve essere sempre preoccupato. Questo è un momento di difficoltà, sono venuti meno alcuni giocatori. Da una parte vogliamo condividere con lui questo momento di emergenza, sappiamo che possiamo crescere ancora e quindi guardiamo questo mercato di gennaio con grande ottimismo. Ci sono dei rispetti economici e finanziari che sempre dobbiamo avere, ma siamo pronti a cogliere le opportunità che il mercato offre. Condividiamo il pensiero dell’allenatore, vogliamo puntellare ancora questa squadra che è in grado di rispecchiare quelli che sono i nostri obiettivi».

Ha detto di voler alzare l’asticella. Questo significa di poter competere con la Juventus, attraverso il mercato di gennaio?

«Alzare l’asticella significa che tutte le componenti devono essere ambiziosa. Significa avere la volontà, la passione e il sacrificio di poter migliorare. Questo non significa che dobbiamo guardare al mercato come se fosse la panacea di tutto. Il mercato di gennaio è arido di opportunità, non siamo nella situazione di dover riparare a errori fatti. Io e Piero Ausilio abbiamo un obbligo e un dovere: cogliere le opportunità che il mercato di gennaio offre, proporle alla società e valutare le soluzioni. Vogliamo consolidare la squadra che ha a disposizione Conte, dovendo confrontarci con tre competizioni è evidente che il numero dev’essere congruo. Da questo punto di vista patiamo degli infortuni, ma non siamo in attesa del mercato di gennaio per trovare soluzioni. Speriamo, anzi, che a gennaio rientrino Sanchez, D’Ambrosio e Sensi, che Vecino si ristabilisca. Queste sono le attese più importanti che abbiamo, poi il nostro percorso è graduale. Vogliamo arrivare alla vittoria attraverso un percorso di crescita graduale, l’obiettivo è sempre andare in campo per vincere ma non ci dev’essere pressione. La società è stata chiara: arrivare a vincere secondo un percorso graduale».

Avete preso giocatori che possono ancora crescere. Direttore Marotta, quanto ci vorrà per colmare il gap? Quale giocatore italiano vorrebbe vedere all’Inter?

«Non dobbiamo guardare quello che succede altrove, ma il nostro percorso. Stiamo avendo soddisfazioni, ma non rientra nei limiti che ci siamo posti. Vogliamo alzare l’asticella, significa aumentare il valore tecnico che la squadra esprime. Attraverso cosa? Un mix di campioni affermati e giovani talenti. Già di per sé il settore giovanile dell’Inter è tra i migliori in Italia e in Europa. Abbiamo dimostrato, con l’esordio di Sebastiano Esposito, di avere talenti in casa. Vogliamo inserirli in prima squadra e valutare il prodotto che abbiamo, di altissimo livello. Non do un nome su un talento che sta da un’altra parte, vogliamo portare in prima squadra un talento del settore giovanile».

L’Inter ha numeri di successo, ma nel calcio il successo si misura sulle vittorie. Quando, realisticamente, scatterà l’obbligo di ricominciare a vincere?

«Il dovere di farlo parte da subito. Non è che partecipiamo al campionato italiano perché vogliamo arrivare terzi, quarti o quinti, ma per dare il massimo guardando la forza degli avversari. La vittoria è d’obbligo, ma serve prudenza o si creano illusioni. Noi siamo l’Inter, che ha un palmarès ricco di successi. La proprietà Suning è abituata a vincere e ha dettato da subito l’indirizzo di tornare alla vittoria. Il management ha raccolto dall’azionista di maggioranza questo obiettivo, è chiaro che dobbiamo programmare. Ci sono stati degli avvicendamenti, è normale che ci vuole una pazienza doverosa ma non infinita. È un anno di assestamento, ma lotteremo fino alla fine per competere».

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