Marianella: “Lukaku, questo il suo grande dato. Conte l’ha riscelto all’Inter”
Massimo Marianella ha intervistato Lukaku qualche mese fa, prima che si iniziasse a parlare del belga per l’Inter, e già lì aveva capito come ci fosse un feeling particolare fra il nuovo centravanti nerazzurro e Conte. Queste le sue parole da Sky Sport 24.
TROVATI – Massimo Marianella spiega la vicinanza fra Romelu Lukaku e Antonio Conte: «Questi sono un allenatore e un giocatore che stavano per essere parte assieme di un progetto, quello della Juventus. Lukaku mi ha raccontato nell’intervista (rilasciata qualche mese fa a Sky Sport, ndr) che aveva aspettato qualche giorno e aveva fatto bene, perché non avrebbe trovato Conte anche se avrebbe trovato un altro grande allenatore (nel 2014 si dimise e in bianconero arrivò Massimiliano Allegri, ndr). Questa volta quello che lo ha riscelto lo trova e sanno che avranno un legame particolare».
TECNICO – Marianella elogia Conte: «È difficile dire il migliore del mondo, perché ce ne sono tanti molto bravi. Io penso che Conte sia uno dei migliori allenatori che c’è nel mondo del calcio, per come sa estrarre il meglio dai giocatori e per come ache in situazioni non da favorito riesce a creare. Ha vinto la Premier League venendo il Chelsea da una stagione precedente che non era così buona, ha portato l’Italia a fare un Europeo straordinario. Non è soltanto quello che sa estrarre il massimo da squadre vincenti, ma sa far crescere un gruppo e dei giocatori. Questo lo fa essere uno dei migliori al mondo, che sia il migliore non lo so ma uno dei top-3 sì».
IN CRESCITA – Marianella chiude tornando su Lukaku: «È migliorato tantissimo, ha lavorato tanto su se stesso. Ha avuto l’umiltà di giocatore di una certa fascia e di un certo prezzo di lavorare, nessuno in Nazionale ha segnato più gol di Lukaku, è positivo in tutto quello che fa ed è anche umile. Questo è il suo grande dato, quando dice che lavorerà per la squadra è assolutamente credibile, lui è positivo in tutti i sensi ed è stato umile negli anni di saper migliorare. Una delle sue doti è stata leggere meglio il gioco, sapersi allargare e non essere solo una prima punta».