Per Marani l’Inter non è soltanto Lukaku. I nerazzurri, anzi, avrebbero un meccanismo simile a quello visto con Ronaldo nella stagione 97-98. Ecco l’analisi del giornalista nel corso di “Terzo Tempo Europa” su Sky Sport.
NON SOLO UNO – Matteo Marani non vede l’Inter dipendente da Romelu Lukaku: «No, soprattutto dopo la vittoria col Sassuolo a Reggio Emilia. A Monchengladbach è arrivata questa prova: secondo me potrebbe essere un pochino la svolta nella stagione dell’Inter. Ha trovato la sua dimensione e il sistema di gioco più adatto: complessivamente, in questo momento, l’Inter è squadra. Quando abbassa il possesso palla, sta più raccolta e più chiusa, riparte con una forza straripante, appoggiandosi su Lukaku che è il giocatore ideale. Peraltro ha questa forza sia di imbucarsi sia di portare palla. Io ricordo l’Inter di Luigi Simoni, che aveva Ronaldo: diceva sempre di dover stare bassi, perché avevano bisogno di dare metri a Ronaldo. L’Inter ha bisogno dello stesso meccanismo: servono tanti metri per dare palla a lui, perché quando parte abbiamo visto cosa succede».
QUESTIONE TATTICA – Marani valuta i cambi di modulo: «L’Inter, l’anno scorso, la migliore è stata col 3-5-2. Poi c’è stato un mese coi tentativi di Christian Eriksen, Nicolò Barella e Arturo Vidal, togliendo equilibrio alla squadra. Peraltro è vero che Lukaku è l’uomo copertina, ma proprio la partita di Reggio Emilia col Sassuolo dice che il gioco è cambiato, perché non c’era».
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