Mondo Inter

Mancini: “Mourinho parla sempre in faccia! Mi disse così di lasciare l’Inter”

Amantino Mancini, acquistato dall’Inter nel 2008 in concomitanza con l’arrivo di Mourinho, ha rilasciato un’intervista al “Guardian” per parlare del portoghese. Il brasiliano ha svelato alcuni retroscena sul suo rapporto in nerazzurro con lo Special One

PRESENTAZIONE CON ANEDDOTI – Di seguito le parole di Amantino Mancini: «José Mourinho è sincero, chiaro e ti dice le cose in faccia. Ottiene sempre il massimo dai suoi giocatori. Ma la cosa più impressionante di José è la sua preparazione tattica, conosce perfettamente ogni giocatore e ogni avversario. Ha sempre la soluzione. Quando lo vedi per la prima volta, se non hai lavorato con lui in passato, ha un impatto incredibile. Ricordo il primo incontro quando è arrivato all’Inter, lo sentivo parlare e avevo i brividi. A ogni parola pensavo: “Gesù, questo è veramente pazzesco”. In allenamento devi andare a mille all’ora ed essere sempre concentrato. Se non lo fai, José lo capisce in trenta secondi e inizia a guardarti da lontano. Poi è un problema tuo… ma è talmente esperto che si rende conto se qualcuno è stanco. Ha sempre tutto sotto controllo, in campo e fuori: questo dà ai suoi giocatori un livello raro di confidenza. Era quasi mitico entrare nel suo ufficio. Poteva chiamarti e dirti in faccia tutto quello che pensava: può essere entusiasta per come stai lavorando o molto arrabbiato perché non stai dando del tuo meglio oppure ancora darti notizie sul tuo futuro. Ti dice tutto in faccia, cosa rara nel calcio. Una volta Mourinho mi chiamò e mi chiese: “Che succede Amantino? Non stai bene?”. Nota sempre dalla faccia del giocatore, da come si allena, se c’è qualcosa che non va. Il risultato è che hai un allenatore che è come un libro aperto che non è mai finto. Questo trasmette forza e tranquillità. Ricordo il giorno in cui mi disse che dovevo partire (gennaio 2010, ndr). Mi chiamò nel suo ufficio e disse: “Amantino, non giochi spesso e vedo che non sei felice. Penso sia meglio che tu vada via”. L’ho capito completamente e ho concordato, da uomo a uomo. Lui capisce ogni situazione. Una volta giocavamo in Champions League contro il Panathinaikos (settembre 2008, ndr). Alla fine del primo tempo, stavamo vincendo 0-2 ad Atene. Avevo segno, ero molto felice, entrai nello spogliatoio e José mi prese da parte: “OK, stai giocando da schifo. Devi fare meglio, non pensare che hai dato tutto con quel gol”. Mi ha fatto concentrare al 300%, ma avevo appena segnato e stavamo vincendo».

Fonte: The Guardian – Fabrizio Romano
Traduzione: Inter-News.it – Simone Messe

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