Mancini: «Eriksen? Il derby può cambiare la storia. No a squalifica Lukaku»
Mancini è intervenuto in collegamento durante “Tiki Taka” su Italia 1. Il commissario tecnico della Nazionale ha parlato, fra le tante cose, di Eriksen, della lite fra Ibrahimovic e Lukaku e delle possibilità dell’Inter in questo campionato.
IN CORSA – Il giudizio di Roberto Mancini sull’Inter è buono: «La vedo molto bene. Credo che quest’anno possa essere importante: io credo che il campionato sia aperto, perché è particolare e aperto a tante squadre. Però penso che l’Inter abbia trovato una buona quadratura, può essere una delle squadre che può vincere il campionato. È difficile ovunque, quando sei costretto a vincere sempre. Le reazioni di Antonio Conte? È chiaro che qualche volta, purtroppo, si perde la calma e quindi si esagera. Questo capita, è capitato a tutti. Si dovrebbe fare un po’ di attenzione, però le cose capitano: siamo persone e possono capitare momenti di difficoltà a tutti, sotto pressione».
IL CAMBIO – Per Mancini ora Christian Eriksen può avere una nuova possibilità: «Io credo che un episodio possa cambiare tante cose nella storia di un giocatore. Lui è arrivato in un campionato nuovo, deve conoscere la squadra e trovare la posizione giusta. Può darsi che una situazione come quella di martedì in coppa sul gol possa fargli prendere fiducia e farlo rendere al meglio. Io penso che Eriksen sia un buon giocatore, ma Conte lo conosce meglio di me e farà le decisioni giuste».
NIENTE STANGATA! – È di ieri la notizia che il Procuratore Federale ha aperto un procedimento per la lite fra Zlatan Ibrahimovic e Romelu Lukaku (vedi articolo). Per Mancini, però, non ci devono essere altri provvedimenti: «La mia opinione è che sono cose che sono sempre capitate in campo. Continuano a capitare, l’arbitro li ha ammoniti. Forse poteva espellerli, ma la cosa finisce lì: se ne sta parlando anche troppo. La cosa è finita, secondo me non si può andare oltre. Squalificarli? Secondo me no. L’arbitro era lì, se avesse sentito qualcosa di particolare li avrebbe espulsi e non ammoniti».