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Maicon: «Derby vinto 4-0? Una scommessa. Gol alla Juventus difficile»

Maicon Douglas, ex terzino dell’Inter, in una lunga intervista rilasciata a “Inter TV” ha parlato del suo passato in nerazzurro. Dal derby vinto 4-0 contro il Milan passando per la vittoria contro il Genoa per 5-0, lo scudetto contro il Siena e la lotta scudetto con la Roma.

IL DERBYMaicon comincia parlando di Inter-Milan 4-0, il derby della stagione 2009-2010: «Quando giochi i derby è veramente speciale. Ricordo che Sneijder arrivò venerdì, e José Mourinho lo schierò in campo sabato. Facemmo una partita strepitosa e vincemmo 4-0. La mia esultanza dopo il gol? Andai da un gruppo di amici perché avevamo fatto una scommessa».

CONTRO IL GENOA – Maicon parla anche del pokerissimo realizzato contro il Genoa con il gol dalla distanza di Dejan Stankovic: «Il 5-0 al Genoa altra grandissima partita, eravamo una squadra molto forte. Quando entravamo con gli occhi della tigre in campo si vedeva, Stankovic poi faceva quei gol lì al volo che era una cosa impressionante, non so come faceva».

GOL ALLA JUVE – Maicon inevitabilmente parla del suo gol alla Juventus in un momento particolare della stagione: «Il gol alla Juventus è stato il mio gol più difficile, ma bellissimo. È arrivato in un momento particolare della stagione, la Juventus era fortissima. Ho avuto poco tempo per decidere, solitamente nei calci piazzati io rimanevo sempre fuori area, gli avversari mi lasciarono da solo. Amauri in marcatura? Sì, ma come tutti gli attaccanti, non sapeva marcare. Rabbia nell’esultanza? Quel periodo dicevano tante cose su di me, come per esempio che non ero contento e che avrei salutato al termine della stagione, niente di vero».

A SIENA – Maicon conclude parlando del diciottesimo scudetto, del gol della Roma e quello di Milito: «Il gol di Milito a Siena per il diciottesimo scudetto? È stato un giorno bellissimo. Dopo un quarto d’ora la Roma segnò contro il Chievo, poi la cavalcata del capitano e il gol di Milito… immagini indimenticabili per tutti. Quel giorno ricordo che dalla FIGC ci dissero che due coppe sarebbero andate una a Siena e una Verona, io dissi che da noi avrebbero dovuto inviare quella vera. Tra primo e secondo tempo Mourinho ci disse di continuare a giocare così come stavamo facendo. Dopo la partita andai a casa da mio padre per abbracciarlo, lui per me è stato un amico, mi ha dato tutto, senza di lui non avrei potuto mai fare il calciatore».

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