Lukaku: “Razzismo? Agire come in Inghilterra. Europei, Italia sorprenderà”
Ultimo spezzone dell’intervista di Romelu Lukaku, la prima in esclusiva, al “Corriere dello Sport”. Si chiude col tema caldo del razzismo negli stadi, mixato con una breve opinione sull’Italia di Roberto Mancini e sugli obiettivi in casa Inter per i prossimi anni.
PUGNO DURO – La piaga del razzismo sta conoscendo la sua massima diffusione negli ultimi mesi. Tutta Europa ha denunciato il fenomeno e proprio Romelu Lukaku (che a Cagliari ha testato la portata della questione, ndr) si è espresso così in merito: “Il razzismo nel mondo del pallone non è qualcosa che si può negare. Bisogna essere diretti, agire in modo duro, come succede in Inghilterra. E’ l’unico modo per espellere i razzisti dal sistema. Nella vita di tutti i giorni, quando sono per strada o nei negozi, non mi ero mai sentito così bene come adesso in Italia. Lo stesso la mia mamma e mio figlio: a Milano stiamo benissimo. Lo dico senza voler togliere niente all’Inghilterra dove ho trascorso anni meravigliosi. Tra il campo e la vita di tutti giorni qui da voi c’è una grande differenza. Per questo bisogna essere duri con i razzisti, mettere telecamere negli stadi puntate sugli spalti per capire chi si comporta in un certo modo e non farli più entrare. E’ l’unico modo. Un razzista può influenzare centinaia di persone. Soluzioni? Usare le telecamere negli stadi è un buon punto di partenza. Ripeto: bisogna identificare i razzisti ed espellerli a vita. In Inghilterra hanno iniziato così e hanno risolto il problema“.
FUTURO E OBIETTIVI – Il belga è legato all’Inter da un contratto quinquennale, che impone pensieri e progetti per il futuro prossimo: “Adesso è il momento di lavorare duro, poi vedremo di vincere qualcosa ogni stagione per cinque anni. Quest’anno dobbiamo pensare a una gara alla volta. Non voglio sbilanciarmi o fare proclami perché Conte è arrivato da poco e la squadra è quasi completamente nuova. Bisogna mettere i pezzi insieme, uno alla volta. All’Inter non esistono stagioni nelle quali costruisci e basta. All’Inter devi vincere. Dico solo che quest’anno è meglio pensare a un incontro alla volta e alla fine vedremo dove saremo, ma la nostra ambizione deve essere quella di vincere qualcosa. Ogni anno. L’Italia di Roberto Mancini? Ha una nuova generazione di calciatori tra i quali ci sono anche i miei compagni Stefano Sensi e Nicolò Barella. Può essere una delle sorprese della manifestazione perché Mancini è bravo e sa come si lavora. Belgio? Noi siamo pronti per fare il nostro lavoro, poi vedremo quello che succederà la prossima estate“.
Fonte: Il Corriere dello Sport – Andrea Ramazzotti – Pietro Guadagno