Smeets – mentore e primo agente di Lukaku -, intervistato dal portale “Tutto Mercato Web”, racconta alcuni aneddoti legati al numero 9 dell’Inter. Dal Belgio all’Italia passando per l’Inghilterra, la storia del classe ’93 è caratterizzata da caterve di gol
IN GOL OVUNQUE – Il mentore di Romelu Lukaku raccoglie i frutti del suo “lavoro” ad anni di distanza dalla sua previsione, parla Peter Smeets: «Sono stato al fianco di Romelu da quando aveva quattordici anni per sette anni, giorno dopo giorno. E posso dire una cosa, con certezza. Vive per il gol. Lukaku ha sempre fatto gol. Ha sempre parlato del gol. Ha sempre vissuto per il gol. Da ragazzetto parlava sempre di quello, di come farli, di come li faceva. E ne faceva…».
NATO PER SEGNARE – Lukaku è diventato un campione, non una notizia per Smeets: «Non avevo nessun dubbio. Ha segnato in Belgio, tra i giovani e tra i grandi. In Inghilterra, all’Everton e al Manchester United. E ora all’Inter. Ha il record di gol con la Nazionale, superando quota 50 ed è in piena fase di crescita. Sono certo che ne farà oltre 100. Ricordo le sue prime gare con il Belgio: era arrabbiato per le sostituzioni, ci ha messo poco a segnare. Quando non segna non è felice, Romelu è così».
TALENTO PREDESTINATO – Il Lukaku giovane può essere raccontato benissimo da Smeets: «Ho tanti ricordi insieme. Difficile ricordare una cosa in particolare, siamo stati insieme praticamente ogni giorno per sette anni. Come giocatore, senza dubbio la consapevolezza di aver davanti uno di un altro livello. Ascoltava sempre, a volte devi spiegare le cose dieci volte ai ragazzi, Lukaku apprendeva i dettagli alla prima. Era tutto importante, ascoltava e accettava, assimilava».
PREVISIONE ANTICIPATA – Smeets evidenzia la voglia di primeggiare di Lukaku: «Gli dissi, giovanissimo: “Alla fine della carriera sarai il miglior attaccante della storia del Belgio”. E mi rispose: “No, sarò il migliore a 25”. Ha fatto prima. Era chiaro che avrebbe segnato tanto, ovunque, è affamato e vive per quello. È senza dubbio il miglior nove di sempre del Belgio. Gioca all’Inter perché vuole farlo. Quando ha qualcosa in testa fa di tutto per raggiungerlo, lo si vedeva sin dai primi anni».
Fonte: Tutto Mercato Web – Marco Conterio
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