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Lukaku: “Icardi? Paragone non mi scalfisce. Ibrahimovic? Tornerà in Italia”

La terza parte della lunga intervista concessa da Romelu Lukaku al “Corriere dello Sport”. Nella prima il belga si è concentrato sul suo impatto con la Serie A (qui), mentre nella seconda ha analizzato il rapporto con Antonio Conte e il paragone con José Mourinho (qui). Al centro del terzo spezzone, ecco il confronto pesante con Mauro Icardi, oltre alla sfida lanciata a Zlatan Ibrahimovic qualora dovesse decidere di tornare in Italia. 

ROTTURA – Romelu Lukaku ha preso una decisione forte, che probabilmente gli cambierà la carriera. Andar via da Manchester non dev’essere stato facile, ma ad un certo punto si era reso quasi necessario: “E’ stato dopo la partita contro il West Ham in casa (13 aprile, ndr): Solskjaer decise di schierarmi ala destra, molto largo. L’esperienza a Manchester mi ha fatto diventare più forte di testa perché non tutto è andato come avevo previsto: non ho vinto quello che speravo, le mie prestazioni non sono state del tutto positive e non mi sono neppure sentito voluto al 100%. Non dallo staff tecnico o dai compagni, ma dalle persone intorno. Dopo la gara contro il Chelsea, il 28 aprile, l’allenatore mi ha chiamato per un incontro e gli ho detto quello che pensavo: volevo andarmene. Lui ha letto nella mia faccia che non volevo restare più e mi ha risposto che non intendeva trattenere nessuno. Ha capito il mio punto di vista e mi ha assicurato che avrebbe fatto il possibile per accontentarmi. Si è guadagnato il mio rispetto e, fino a che non ho lasciato Manchester, con lui non c’è stato nessun tipo di problema. Anche la dirigenza mi ha aiutato: ho parlato con Ed Woodward e con Matt Judge e tutti hanno capito perché volevo andarmene. E’ stata una conversazione franca. Non c’è stata una guerra, ma la decisione è stata condivisa. Per questo i dirigenti dello United e Solskjaer avranno il mio eterno rispetto”.

PARAGONI – All’Inter, il belga ha raccolto la pesante eredità di Mauro Icardi, 124 gol. Numeri importanti che hanno sollevato polveroni di confronto praticamente dalla prima partita: “Centoventiquattro sono tanti, ma il paragone con Icardi non mi ha assolutamente creato problemi di nessun tipo. Mauro con i suoi gol ha fatto grandi cose per l’Inter e quando sono arrivato qui è stato molto gentile. Abbiamo parlato come colleghi, mi ha dato il suo benvenuto ed è stato carino con me. Gli auguro il meglio al Paris Saint-Germain e spero che vinca lì. Ma tornando a quello che dicevo prima, per me nessuna pressione ad arrivare dopo di lui. Siamo due attaccanti diversi. Lui ha avuto la sua storia qua e io ho da poco iniziato la mia avventura. Io devo continuare a segnare, lavorare ogni giorno, aiutare la squadra e dimostrare che l’Inter ha fatto bene ad acquistarmi“.

SFIDE – Le voci di un possibile ritorno di Zlatan Ibrahimovic in Serie A continuano a tenere banco. Lukaku e lo svedese sono stati compagni proprio nel Manchester United: “Zlatan è un guerriero. Ci somigliamo, entrambi abbiamo affrontato circostanze difficili fin da bambini e quando parliamo ci capiamo al volo. Fuori dal campo è uno dei tre giocatori più intelligenti che abbia incontrato. Non tutti lo sanno, ma mi ha aiutato tanto quando sono arrivato allo United: si sedeva in fondo al pullman della squadra con me, parlavamo molto e mi dava consigli. Se non si fosse infortunato, giocare in coppia con lui sarebbe stato perfetto. Anche adesso è fortissimo, ha qualità da campione e soprattutto ha quella che noi chiamiamo ‘dog mentality’, la mentalità di uno che non molla mai. Credo che tornerà in Serie A. Scudetto? Dobbiamo pensare a una partita alla volta. In Italia in questi anni tanti hanno detto di voler vincere il campionato, ma non è mai successo. Ecco perché dico: pensiamo solo al Torino. Loro sono davvero una buona squadra e non sarà facile. Dovremo affrontarli nel modo giusto perché hanno due attaccanti del valore di Simone Zaza e Andrea Belotti e sarà necessario dare tutto. Champions? Bisogna vincere entrambe le prossime gare. E’ l’unica cosa che possiamo e dobbiamo fare. Ancora a secco in Europa? Sì. Devo trasformare le mie parole in fatti. Fondamentale vincere e passare il turno. Sarebbe importante per il club e per noi giocatori raggiungere gli ottavi“.

Fonte: Il Corriere dello Sport – Pietro Guadagno – Andrea Ramazzotti

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