Lucarelli: “Icardi via dall’Inter? Si saranno stufati di comprare carta igienica”
Icardi dalle 23 di ieri non è più un giocatore dell’Inter, trasferitosi al PSG in prestito con diritto di riscatto. L’ex giocatore Cristiano Lucarelli, ora allenatore, ha parlato nel corso di “Calciomercato – L’Originale” dell’attaccante argentino, intuendo i motivi per cui la società ha messo all’angolo lui, Radja Nainggolan e Ivan Perisic.
BASTA MELE MARCE – L’analisi di Cristiano Lucarelli è pungente: «L’Inter vince sicuro. Mauro Icardi è costretto ad andare fuori dall’Italia, probabilmente anche buon per lui perché dal punto di vista dell’immagine aveva infastidito un po’ tutti i tifosi italiani in genere, non solo quelli dell’Inter. La priorità era restare a Milano? Non è proprio la stessa cosa. Io penso ci sia amarezza da parte di tutti, non solo dei tifosi dell’Inter, ma alla fine la morale di questa storia qual è? Era il capitano dell’Inter, penso che ogni bambino che nasce e vuole fare il calciatore ambisca a una posizione del genere. Era il centravanti dell’Inter, pagato un sacco di soldi, lo volevano tutti bene, viveva a Milano portando una delle maglie più gloriose della storia del calcio, cosa andava a cercare? La fascia non credo gliel’abbiano tolta perché era un esempio da seguire».
FUORI ANCHE CAMBIANDO – Lucarelli fa notare come nemmeno l’arrivo di Antonio Conte abbia cambiato le cose: «Non è rimasto Luciano Spalletti, per il quale si diceva che andava tolto Icardi o si picchiavano tutti i giorni. È arrivato un nuovo allenatore, quando c’è un subentro tre-quattro giocatori che prima non giocavano cominciano a giocare e viceversa. Poteva avere tutto l’interesse di tenere Icardi e rilanciarlo, ma ha preso e ha detto che non faceva parte del progetto. Hanno tolto tutti quelli che potevano essere quelli che ogni giorno potevano avere il mal di pancia nello spogliatoio: si erano stufati di comprare carta igienica ogni giorno, probabilmente (ride, ndr). Odio i moralisti e i populisti, però il mal di pancia a cinque-sei milioni di euro no».