Lombardo: “Spalletti, Inter imputa una cosa. Conte? Dico che Simeone…”
Marco Lombardo – intervenuto ai microfoni di “Rai Sport” – parla del clima incandescente in casa Inter, dove c’è un Ivan Perisic con il mal di pancia e l’ombra di Antonio Conte che aleggia su Luciano Spalletti: di seguito le dichiarazioni del giornalista
RIPARTENZE – «Credo che l’Inter riparta dalla decisione della società, vale a dire che in questi 5 mesi ci si gioca tutto e i giocatori devono giocarsi il loro futuro con la maglia dell’Inter. Una decisione saggia da parte della società, perché tutto sommato se accontenti Ivan Perisic devi avere qualcuno che lo rimpiazzi, in questo momento era difficile avere uno ai suoi livelli. Ora sta a Luciano Spalletti recuperarlo, e sa che anche lui si gioca un pezzetto del suo futuro perché il diktat della società è vincere un trofeo».
SPALLETTI IMPUTATO – «Io non so quanto sia spaccato lo spogliatoio dell’Inter, ci sono certamente altri fattori: prima di tutto molti giocatori sono reduci dal Mondiale, e l’Inter ha molti giocatori croati che sono arrivati fino in fondo e quindi chiaro sia più complicato; l’altro fattore è che le squadre di Spalletti hanno sempre questo calo a gennaio/febbraio, è successo l’anno scorso ed è successo anche quest’anno. Ecco, questa è una delle cose che la società imputa all’allenatore».
IPOTESI FUTURE – «Ipotesi Antonio Conte? La prima cosa che mi viene da dire è che non si possono fare due passi in centro a Milano senza che arrivi qualche telecamera, a parte gli scherzi se fosse avvenuto un incontro segreto tra l’Inter e Conte sicuramente non sarebbe avvenuto sotto la sede dell’Inter. Io credo che il club nerazzurro aspetti di vedere come andrà a finire il campionato, ovviamente la Champions League è un imperativo, ovviamente vincere un trofeo è un imperativo che è stato dato, ma certamente se non dovesse andare bene l’Inter si guarderebbe intorno. Conte piace molto a Giuseppe Marotta, José Mourinho piace ai tifosi e poi c’è Diego Simeone, forse il futuro arrivo di Diego Godin non è un caso. Tutto è nelle mani di Spalletti».