Lo strano caso di Mateo Kovacic: via dall’Inter vince tutto, ma da comparsa
Ieri il Chelsea ha vinto la finale di Europa League, con un netto 4-1 sull’Arsenal maturato tutto nella ripresa (vedi articolo). Alla partita di Baku ha preso parte anche Mateo Kovacic, che continua nella sua striscia vincente ma per la prima volta è stato presente nell’ultimo atto, seppur da comprimario.
EX NON RIMPIANTO – A metà agosto del 2015 l’Inter ha venduto Mateo Kovacic al Real Madrid per trentacinque milioni di euro. All’epoca c’erano state forti critiche nei confronti della scelta di sacrificare il centrocampista classe ’94, considerato un talento in ascesa e pronto a esplodere, visto che quella squadra sembrava (e lo era) non ancora pronta per essere competitiva ad altissimi livelli. La sua cessione servì anche per finanziare l’acquisto di Ivan Perisic dal Wolfsburg, formalizzato pochi giorni dopo, e il croato ha proseguito la sua carriera prima in Spagna e ora al Chelsea: non è un rimpianto come Roberto Carlos o Philippe Coutinho (almeno la versione prima di Barcellona…), ma incredibilmente andando via dall’Inter ha vinto tutto.
PALMARÈS PIENO – Se in campo Kovacic da quattro anni non ha mai fatto il definitivo salto di qualità, non trovando né la definitiva consacrazione né tantomeno una sistemazione chiara in campo, ciò che sorprende è il numero di trofei conquistati da quando ha lasciato l’Inter: ben dieci. Nel 2015-2016 la Champions League col Real Madrid, al Meazza nel derby contro l’Atlético Madrid, nel 2016-2017 bis a Cardiff contro la Juventus con l’aggiunta di Liga, Supercoppa Europea e Mondiale per club, nel 2017-2018 terza Champions League consecutiva, Supercoppa di Spagna, altra Supercoppa Europea e altro Mondiale per club. Un anno fa è passato in prestito al Chelsea e ieri ha aggiunto anche l’Europa League al suo palmarès: questa è stata la prima finale di un grande trofeo giocata da titolare, perché nelle tre col Real Madrid non era mai sceso in campo (nel 2016 addirittura in tribuna) e nemmeno in quella dei Mondiali con la Croazia. Se in campo Kovacic continua a non dare risposte sensazionali si può quantomeno consolare: la bacheca è piena.
