Keita: “Lukaku un esempio. Inter? Ecco perché sono dispiaciuto”
Keita Baldé è rientrato al Monaco dopo un anno in prestito all’Inter. Coi nerazzurri, nel 2018/19, il senegalese ha segnato 5 reti in 29 presenze. A limitare il suo potenziale, numerosi acciacchi fisici che spesso lo hanno tenuto fuori. Intervista da Gianluca Di Marzio nel programma “Casa Di Marzio”, ha ripercorso il suo anno all’Inter, parlando del nuovo bomber nerazzurro, Lukaku.
STOP FORZATO – L’emergenza da Coronavirus ha bloccato il calcio anche in Francia, costringendo anche Keita Baldé a seguire un programma di allenamento da casa. Per il senegalese si interrompe una stagione fin qui positiva con il Monaco: 8 reti in 26 presenze per lui. Statistiche decisamente migliori rispetto ai 9 mesi trascorsi all’Inter, dove scende in campo 29 volte e trova il gol in 5 occasioni. Intervistato da Gianluca Di Marzio, Keita ha raccontato la sua giornata in questo periodo di lockdown: «Mi sveglio presto, come da routine quando dovevo svolgere l’allenamento. Faccio un’ora e mezza d’allenamento: 45 minuti di cyclette, poi la forza. È un programma che ci manda lo staff tecnico del Monaco, è un programma personalizzato per tutti. Poi nel pomeriggio mi rilasso un po’, faccio la siesta e gioco con mio figlio».
LUKAKU ESEMPIO – Parlando della sua carriera, Keita ha nominato anche Romelu Lukaku, nuovo bomber dell’attacco dell’Inter. Queste le parole del senegalese: «Sono cresciuto in Italia, ho fatto tanti anni alla Lazio ed un anno intenso all’Inter. Mi piace conoscere le cose nuove, compagni nuovi. Questo fa parte della vita, così posso crescere in tutti gli aspetti. Forse in futuro potrei tornare in Italia. Qualche richiesta dall’Italia? Ci sono sempre, però poi se non sono andate a termine è perché doveva andare così. Poi vedremo tra qualche anno come andrà. Bisogna prendere come esempio Lukaku per come si è integrato anche con la lingua italiana».
PIANETA INTER – Keita ripercorre poi il suo anno in nerazzurro, dove ha condiviso lo spogliatoio con diversi campioni. Per il senegalese, un solo rimpianto nella sua tappa a Milano: «Mi è dispiaciuto che l’esperienza in nerazzurro sia finita dopo un anno. Ero andato lì sperando di restare più tempo, ma mi porto dentro quando fatto. Magari in un futuro… C’era gente che conoscevo da prima come Candreva e de Vrij, altri ho giocato contro di loro. Sono rimasto in contatto anche con Gagliardini e D’Ambrosio, ma anche con tanti altri».