Jonk: “Indimenticabile 1-3 Inter a Dortmund, sempre tosto lì! Bergomi…”
Jonk ha parlato ai microfoni di “Inter.it” in occasione di Borussia Dortmund-Inter, sfida che andrà in scena domani alle ore 21.00. L’ex centrocampista nerazzurro nel ’94 fu grande protagonista proprio contro i tedeschi, con una doppietta nei quarti di finale di Coppa Uefa (vedi articolo). Di seguito i suoi ricordi
PRODEZZE – Wim Jonk parla in occasione di Borussia Dortmund–Inter, ricordando le sue prodezze nella sfida del 1994: «Come posso non ricordarmi quel 3-1 a Dortmund? Stavamo attraversando un periodo complicato però in Europa avevamo meno l’assillo del risultato e giocavamo più liberi. In Germania disputammo un match molto solido, di grande compattezza difensiva e basato sui contropiedi. E’ sempre tosto, allora come oggi, giocare in casa del Dortmund. L’atmosfera è incredibile, è ciò che sognavi da bambino prima di diventare un calciatore. La tensione e la fibrillazione erano nell’aria, io riuscii a trovare due gol nel primo tempo con due belle azioni».
TRIONFO – Jonk ricorda inoltre il percorso dell’Inter in quella edizione della Coppa Uefa, poi vinta in finale contro il Salisburgo: «In quella Coppa Uefa abbiamo segnato tanto (22 reti, ndr), ci veniva naturale. Dennis Bergkamp fu il cannoniere di quella competizione con otto gol, e io ne segnai ben 5! La finale al Meazza resta per me qualcosa di memorabile: pali, occasioni, una tensione incredibile, poi il mio gol, liberatorio, al momento giusto». Jonk ricorda anche il suo primo gol in nerazzurro, al debutto a San Siro contro la Reggiana: «Gol bellissimo da fuori e assist per Totò Schillaci: un giorno memorabile, c’era tutta la mia famiglia allo stadio, me lo ricordo benissimo».
RICORDI SPECIALI – Per finire, un pensiero a un suo ex compagno in nerazzurro: «Il calcio italiano era completamente differente da quello olandese. Quando io e Dennis (Bergkamp, ndr) arrivammo ci trovammo di fronte ad un modo diverso di affrontare i match: tanta pressione, tifosi caldi ma esigenti. Io avevo questa tendenza ad andare davanti, a gestire il gioco, mi piaceva comandare a centrocampo. Tra i compagni di quell’epoca ho ovviamente un ricordo speciale nei confronti di Beppe Bergomi: un ragazzo bravissimo, un professionista esemplare e un grandissimo difensore».