Handanovic: “Mai sottovalutare! Julio Cesar dell’Inter, ma i miei riferimenti…”
Handanovic, nel corso della sua intervista da casa per la campagna #TogetherAsATeam dell’Inter, racconta com’è diventato portiere e chi l’ha ispirato nel corso degli anni. Ecco la seconda parte di quanto raccolto da Inter-News.it durante l’#AskHandanovic odierno
MESTIERE EREDITATO – Per Samir Handanovic il calcio con i guantoni è una questione di famiglia: «Io sono diventato portiere guardando mio cugino (Jasmin Handanovic del Maribor, ndr), che ha sei anni più di me. Mi ha ispirato guardarlo in porta durante le sue partite, così ho iniziato anche io. La forza mentale è una mia caratteristica, poi c’è anche la forza di volontà che bisogna allenare. I tiri sono tutti difficili da parare. Un portiere non deve mai sottovalutare nessun tiro, facile o difficile che sia, se no poi sbaglia l’intervento. Poi ci sono i tiratori di punizioni, gli specialisti, che sono più pericolosi. Ci sono state parate tante che mi piacciono. Quella con più difficoltà, che ricordo con molto piacere, è stata quella su Hakan Calhanoglu nel Derby di Milano. La mia parata preferita è la prossima che devo fare, non penso ai rigori già parati (sorride, ndr)».
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QUESTIONE DI PORTIERI – Handanovic svela qual è il suo principale riferimento tra i pali, oltre il cugino: «Il mio idolo era Peter Schmeichel. All’Inter Julio Cesar, perché l’ho vissuto nella mia epoca e l’ho visto giocare tante volte. Non posso dire Walter Zenga e Ivano Bordon perché di loro ho visto poco, ma nella mia epoca il riferimento è Julio Cesar. Con Daniele Padelli e Tommaso Berni abbiamo un rapporto molto bello, non solo da portieri ma proprio come persone. Ci troviamo molto bene. Ci capiamo anche solo con gli sguardi, senza dover dire altre cose. Siamo da tre-quattro anni insieme, è normale sia così».