Gravina è intervenuto al Social Football Summit, edizione 2022. Il presidente della FIGC ha parlato della ferita ancora aperta riguardo alla mancata qualificazione dell’Italia ai Mondiali in Qatar spiegando quali sono le riforme da portare avanti per risollevare il sistema calcio italiano. Di seguito le sue dichiarazioni
FERITA – Gabriele Gravina non nasconde l’amarezza per la mancata qualificazione dell’Italia ai Mondiali: «La ferita è ancora molto viva, una ferita aperta, una ferita che diventa lacerante quando viene riferita ai giovani, alla mancata opportunità di vivere un evento come il Mondiale. In questi momenti, quando si verificano eventi così negativi, bisogna mantenere lucidità, bisogna credere nel progetto per il quale sono state impiegate idee ed energie. Ma soprattutto cercare di mostrare coerenza e di avere rispetto per tutti coloro che comunque hanno dato un grande messaggio al Paese intero, hanno dimostrato anche la capacità di saper aggregare un grande movimento sportivo intorno all’entusiasmo di una Nazionale».
MEMORIA – Gravina passa poi all’attacco di chi ha la memoria breve: «Poi la memoria nel calcio è breve: abbiamo avuto in tempi rapidi un blocco, un momento di buio assoluto nell’accantonare un record di imbattibilità con 37 risultati utili consecutivi ma soprattutto un progetto che ancora oggi è vivo. È vivo perché abbiamo avuto coraggio e la capacità di saper coltivare. L’idea della Superlega credo che sia la fotografia di uno stato di malessere generale, però è stata la risposta peggiore che si potesse dare nel cercare di trovare una soluzione in un momento di criticità».
GIOVANI – Gravina lancia poi una stoccata ai club che puntano su troppi stranieri: «Alcuni club hanno un minutaggio dell’89,7% di giocatori stranieri, qui dobbiamo cominciare ad incidere. Non si può in un campionato giovanile giocare con il 100% di stranieri. Non ho nulla contro la globalizzazione però dobbiamo dire le cose come stanno perché si parla di aver saltato due volte il Mondiale. Per arrivare al 2026 ci dobbiamo preparare con un percorso che porta alla qualificazione. L’Italia deve conquistare la sua qualifica attraverso un percorso di impegno. Noi abbiamo le nostre responsabilità ma cercheremo di stimolare gli altri ad assumersi le proprie».
RIFORME – Gravina parla di alcune riforme che la FIGC intende attuare, come la riforma delle liste per ridurre la presenza di calciatori stranieri: «La modifica delle liste? Le ragioni sono diverse, le tempistiche devono essere immediate. Nella stagione 23/24 dobbiamo iniziare a dare risposte altrimenti continueremo con la politica del rinvio che non è più accettabile. Dobbiamo agire in tempi rapidi. Dobbiamo farlo con un controllo molto aperto perché poi è facile dire non siamo andati al Mondiale. Le accademie dovranno entrare a regime entro due/tre anni. Ma non è tanto quando entreranno a regime, quanto iniziare a ragionare con logiche innovative e diverse che coinvolgano il mondo del calcio nella valorizzazione dei nostri giovani. Se il vivaio o il settore giovanile è considerato come un costo da ridurre è chiaro che siamo lontani da una logica sportiva e politica. Il decreto crescita è una logica perversa che dobbiamo iniziare a denunciare».
ALIBI – Gravina, annunciando la prossima assemblea federale a dicembre, svela una possibile modifica: «Eliminare il diritto di veto nell’Assemblea federale? Io parlo di riforma del calcio italiano. Non so se sarà l’eliminazione del veto l’elemento che faciliterà le riforme, sicuramente toglie qualunque alibi. Pensiamo che oggi solo dieci società che non approvano, che non danno il loro consenso a una modifica condivisa dall’intero mondo del calcio, possono bloccare la riforma del calcio italiano».
RICHIESTA – Gravina poi chiede al nuovo Governo di continuare a sostenere la candidatura dell’Italia all’Europeo 2032: «Innanzitutto quello che vogliamo portare avanti in tempi rapidi è un riferimento determinante nell’ambito della politica nella valorizzazione dei giovani. C’è un impegno che chiediamo al Governo e cioè continuare a sostenere la nostra candidatura al campionato Europeo, sicuramente poi ci sarà un confronto. La candidatura 2032 sta ricevendo grande consenso a livello diffuso ma serve comunque un’attenta politica nell’adottare norme di controllo e gestione per il futuro. Dobbiamo mettere sotto controllo la politica dei costi attivando tre pilastri: la solvibilità, la stabilità e il contenimento dei costi che richiede comunque una politica di sostegno attraverso controlli intermedi».
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