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Galliani: “Playoff? Meglio congelare classifica. Stipendi? Non ci siamo”

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Adriano Galliani, storico dirigente del Milan e attuale AD del Monza, ha parlato in esclusiva al “Corriere dello Sport”. Tantissimi i temi toccati, tra cui l’impatto dell’emergenza sanitaria sul mondo del pallone e le ipotesi per tornare a giocare

MISURE DRASTICHE – Adriano Galliani non è uscito di scena, ha semplicemente occupato un angolino più buio del palco. Culla il suo Monza, aspettando il momento buono per tornare alla ribalta. Ma l’emergenza coronavirus ha sconvolto i piani di tutti. Uefa, FIFA, Lega Serie A e chi più ne ha più ne metta. Adesso, però, diventa difficile ragionare sul futuro: “L’Uefa ha fatto benissimo a spostare Euro2020 e la Fifa si è adeguata con la Coppa America, anche se da quelle parti il problema è meno avvertito. La ripresa dei campionati potrebbe essere a maggio, ci sarebbero i tempi per concluderli”.

CONGELARE – Ventilata anche l’ipotesi playoff, per concludere il campionato: “Sono per il rispetto del regolamento. Siamo partiti in un modo e in quel modo dobbiamo finire. Se non si dovessero completare tutte e 38 le giornate sarebbe giusto cristallizzare la classifica al momento dell’ultimo turno disputato. Mi auguro che non ci sia bisogno di questo e che tutto si risolva nel migliore dei modi. In questa fase tanti tirano la corda dalla propria parte, per questo faccio i complimenti alla Lega Pro che ha preso una direzione unica”.

LODO GALLIANI – C’è spazio anche per l’opinione personale di Galliani sugli ipotetici tagli agli stipendi dei calciatori: “Mi lasci dire che non ci siamo. Dieci, quindici, venti per cento: ma che senso ha indicare numeri a capocchia? Mi assumo la paternità della proposta e lascio che sia un giornale autorevole come il suo a diffonderla: ci si affidi alla migliore società di revisione del mondo, autonoma e indipendente, e le si chieda nei tempi corretti di fare la conta dei danni. Poi, sulla base delle sue conclusioni si potrà stabilire il taglio dei compensi, magari prevedendo dei premi sulle stagioni successive. Serve un arbitrato. Il calcio perderà alla fine il 5, il 10, il 15? E il taglio dovrà essere del 5, del 10 o del 15. Il resto sono soltanto chiacchiere. Se davvero si potesse ripartire a maggio basterebbe una deroga alle scadenze dei contratti prorogata di quindici giorni o un mese. Sia chiaro che le squadre non potrebbero essere modificate attraverso fine prestiti o altro“.

Fonte: Corriere dello Sport – Ivan Zazzaroni

Pubblicato da
Daniele Berardi

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