Ferri – ex difensore dell’Inter -, in un’intervista rilasciata al canale ufficiale YouTube della Serie A, commenta la vittoria dello scudetto da parte della squadra nerazzurra, soffermandosi sui meriti di Conte e Marotta. Ma anche sui singoli, in particolare il trio difensivo
COME L’INTER DEI RECORD – Per Riccardo Ferri festeggiare uno scudetto nerazzurro è sempre un’emozione, anche da semplice tifoso: «Ho iniziato a credere che potesse arrivare lo scudetto quando è arrivato Antonio Conte sulla panchina e il dottor Giuseppe Marotta in sede. Non pensavo che, in così breve tempo, potesse essere protagonista subito negli spogliatoi, nella testa dei giocatori e nella mentalità. Come allora, nel 1988/89, in questa Inter di Conte ci sono tanti giocatori che non hanno mai vinto un campionato italiano. Ci sono parecchie analogie caratteriali nel gruppo di Giovanni Trapattoni e Conte. Ma la cosa che emerge in maniera molto spiccata sono proprio le affinità tra i due allenatori, che vivono la partita nei 90 minuti con grande partecipazione. E la grande capacità di sopportare le pressioni».
SVOLTA STAGIONALE – Ferri analizza la decisiva crescita dell’Inter di Conte dal punto di vista tecnico-tattico: «Quest’anno magari si è partiti con qualche dubbio e alti e bassi, che si ripetevano partita dopo partita. Poi c’è stato un atteggiamento della squadra, che si è abbassata e ha sviluppato maggiormente le sue qualità. Cioè, la capacità di rubare palla e ripartire in maniera veloce con tanti giocatori che aggrediscono gli spazi in avanti. E c’è la grande forza della squadra che si propone a destra e, guarda caso, poi chiude l’azione con il quinto di sinistra. C’è anche la capacità dell’allenatore di far capire a giocatori come Christian Eriksen e Ivan Perisic di poter interpretare dei ruoli che magari non sono proprio affini alle loro qualità».
TRIO DI LIVELLO TOP – Ferri non può non commentare il lavoro fatto dalla difesa a tre dell’Inter di Conte: «Individualmente magari ci assomigliamo un po’ con il sottoscritto, Beppe Bergomi, Andrea Mandorlini e via dicendo. Ma dal punto di vista dell’impostazione del gioco, loro (Milan Skriniar, Stefan de Vrij e Alessandro Bastoni, ndr) sono chiamati a essere molto più partecipi. Perché sono bravi a marcare sia giocatori rapidi di bassa statura sia giocatori fisicamente più dotati. Sono tre dei centrali più forti in Europa».
NUOVO CICLO VINCENTE – Infine, Ferri si augura che il 19° Scudetto sia solo l’inizio di un nuovo ciclo vincente nerazzurro: «Quest’anno è la consacrazione di un progetto. Potrebbe veramente essere la base per costruire pagine importanti per questa squadra partendo da questa stagione. Vincere aiuta a vincere. Mi auguro che nella testa dei giocatori scatti questo meccanismo che è molto importante: vinco lo scudetto ma penso già al prossimo e alla Champions League. Quindi, serve per misurarsi non solo in Italia ma anche in Europa».
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