Dotto: «Inzaghi sa che il campionato andava vinto con giornate di anticipo»
L’Inter si avvicina all’ultimissima giornata di campionato, quella contro la Sampdoria, dove si deciderà lo scudetto. Simone Inzaghi può essere più che soddisfatto del suo primo anno in nerazzurro, ma forse qualcosa in più poteva essere fatto.
ANALISI – L’Inter può ancora vincere lo scudetto dopo aver alzato al cielo Coppa Italia e Supercoppa Italiana. Il bilancio di Simone Inzaghi, visti gli avvicendamenti societari in estate scorsa, è sicuramente positivo. Giancarlo Dotto, in un suo lungo editoriale pubblicato oggi sul Corriere dello Sport, scrive così: «La spada di Damocle di Simone Inzaghi si chiamava Antonio Conte. Arrivare dopo di lui, dopo la sua impresa, avendo perso Lukaku e Hakimi. Ed essendo l’antitesi del tremendismo contiano e dei suoi furori da feroce salentino. Un uomo moderato, un allenatore di buon senso, capace di sintonie non banali con i calciatori. Della specie dei Carlo Ancelotti e dello stesso Pioli, per capirci, ma senza il genio contadino del primo e l’acume tattico del secondo. Dietro le sue posture da damerino, un uomo autentico e passionale che lascia tutto quello che ha nel suo mestiere, tanto o poco che sia, voce inclusa (l’unica cosa in comune con l’altro afono Conte). Lo scudetto, nel suo caso, sarebbe una sbornia solo perché oggi, alla vigilia, altamente improbabile e perché successivo alla felicità sempre preziosa di aver mandato a casa in tutta mestizia quelli della Juve in Coppa Italia. Organico alla mano, e andamento alla mano, questo campionato Inzaghi avrebbe dovuto vincerlo con giornate di anticipo. Lui, uomo onesto, è il primo a saperlo».
Fonte: Corriere dello Sport – Giancarlo Dotto