De Paul: “Addio all’Udinese doppia festa. Lautaro Martinez fuoriclasse”
Terza e ultima parte dell’intervista concessa da Rodrigo De Paul al “Corriere dello Sport”. Il fantasista dell’Udinese parla della Nazionale argentina e del rapporto con Messi, in un 2019 che pare avergli davvero cambiato la vita. Focus anche sul suo addio all’Udinese e sull’amicizia con Paulo Dybala e Lautaro Martinez.
CERTEZZE E CAMBIAMENTI – Il 2019 è stato un anno dai contorni dorati per Rodrigo De Paul: rendimento al top con l’Udinese, la nascita della figlia e la certezza del posto in Nazionale. Il 2020, però, potrebbe portare in dote cambiamenti ancor più bruschi: “Peccato per la Coppa America, perché siamo usciti contro il Brasile (poi campione, ndr). Ma non avrei potuto chiedere di più, so da dove arrivo e la fatica che ho fatto. La Nazionale è un premio che mi gratifica, poi possiamo sbagliare tutti. Anzi, tutti tranne uno: Messi. Lui è la perfezione, si capisce guardando la sua storia, il suo percorso. Anche il grandissimo Diego Maradona ha commesso qualche errore, ma sai qual è la differenza con Messi? L’umiltà. Leo è fantastico umanamente. Se ci parli cinque minuti, pensi di essere al bar con un tuo amico. Numero uno anche fuori dal campo“.
AMICI – L’elogio a Messi sembra non aver fine: “È il numero uno per distacco, ma non aumenterei la clausola. Di solito questa tutela i calciatori, ma per lui non ci sarebbe prezzo. Paulo Dybala? Non si discute, si ama. E’ il calcio, vive per il calcio, nobilita il calcio, ti regala momenti fantastici. E poi è un ragazzo semplice, disponibile. Rapporto con Lautaro Martinez? Si sente al centro del mondo nerazzurro e ha un allenatore che gli trasmette fiducia, ma già al Racing Avellaneda aveva grandi colpi e il talento. Si sapeva che sarebbe decollato, anche quando era nelle giovanili. Addio all’Udinese? Lo immagino come una doppia festa. La mia perché posso fare il grande salto. Quella di un club orgoglioso di avermi lanciato in tal senso. Sono due condizioni per me imprescindibili. Il modo migliore, ideale, per abbracciarci e per non vivere di rimorsi”.
Fonte: Il Corriere dello Sport – Alfredo Pedullà