Eriksen continua a essere un punto interrogativo nella stagione dell’Inter. Domani i nerazzurri giocheranno a Cagliari, e non è affatto certo che il danese possa partire titolare. Secondo il giornalista Paolo De Paola, ospite di “Aspettando il weekend”, visto l’ostracismo di Conte i prossimi avversari potrebbero diventare la sua prossima maglia.
DOVE VA – Paolo De Paola lancia, non si capisce quanto ironicamente, un’ipotesi: «Christian Eriksen può andare al Cagliari? Ho letto oggi una cosa del genere… Devo dire che è mortificante questa cosa. Lo confesso: io non mi aspettavo un atteggiamento così cocciuto e indisponente di un allenatore. La polemica di Antonio Conte a Sky? Non può comportarsi in quel modo: a quel livello deve saper gestire la rabbia, e di questo mi indigno. Certo, hai la testa che ti esplode e vorresti dire mille cose, ma devi gestirti: devi dare ogni tanto, non sempre, delle spiegazioni tecniche. Che risposta è dare una colpa allo Shakhtar Donetsk perché ha cambiato? Sono stati intelligenti. Non c’è mai una motivazione tecnica che non sia quella della rabbia: mi sembra poco».
LE SCELTE – De Paola critica alcune certezze di Conte: «Roberto Gagliardini gioca al posto di Eriksen, secondo me, ma io metterei sempre Eriksen in campo. Senza nulla togliere a Gagliardini se quello è il modello per una squadra muscolare, che Conte non riesce a togliersi dalla testa, mi sembra sbagliato. Io esco da qualsiasi tipo di alibi: l’Inter, per salvare la stagione e tutte le premesse che ci sono state, deve vincere lo scudetto. I giocatori devono avere questo obiettivo: qualsiasi altro traguardo, oltre a questo, è un fallimento della stagione perché la Champions League peserà tantissimo. Non c’era il biscotto dall’altra parte, l’ha persa lui: 2-0 dall’altra parte, sei tranquillo e la devi vincere».
FISSAZIONE – De Paola non capisce: «Possibile che si debba per forza affidare a questo gioco muscolare? La differenza non è quella tecnica, ma il dribbling sull’uomo. C’è un’idea che secondo me Conte dovrebbe rianalizzare. Non è vero che a centrocampo non può esserci una luce: quella luce, se dovesse essere Eriksen, va difesa. Inutile che metti muscoli e panzer: contro lo Shakhtar Donetsk si è visto che è mancata la qualità del lancio e del piede nel tiro. Eriksen, in quei cinque minuti, ha fatto bene: perché rinunciare alla qualità?»
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