Cugini: “Serie A e UEFA, c’è un problema. Spadafora direzione precisa”
La Serie A e l’UEFA stanno cercando di trovare gli incastri giusti per finire la stagione 2019-2020, nonostante le parole del ministro Spadafora. Mimmo Cugini, giornalista del quotidiano “La Gazzetta dello Sport”, durante “Sportitalia Mercato” ha analizzato la situazione del calcio europeo.
VOLONTÀ NEGATIVA – Mimmo Cugini ritiene discutibili le uscite del ministro: «È evidente che le dichiarazioni di Vincenzo Spadafora vanno in una dichiarazione abbastanza precisa (fermare la Serie A, ndr). Credo che ci sia un grande problema in questo momento in Italia: quello di prendere delle decisioni. Poi possiamo criticarle, definirle giuste oppure no, ma bisogna decidere. Invece ho l’impressione che continui questo batti e ribatti perché nessuno si vuole prendere la responsabilità di prendere il grilletto e di dire che il campionato non si gioca più. Invece si va di settimana in settimana e di rinvio in rinvio con dichiarazioni anche un po’ imbarazzanti, come quelle di Giuseppe Conte di domenica sera e dello stesso Spadafora. La federazione, nel mezzo, sta cercando in qualche modo di risolvere la situazione».
L’INCASTRO – Cugini si sofferma sui format per la Serie A: «Giustamente sono un passaggio molto importante. Ci sono due cose da dire: la prima è la data che l’UEFA ha dato per la fine dei campionati, il 2 agosto. È evidente che tutto il calcio in Europa è condizionato da questa data. Viceversa, se non l’avesse data, si sarebbe potuta protrarre la stagione sino alla fine del 2020, facendo come in Sud America dove si segue l’anno solare per i campionati. Certo, sarebbe stata un’anomalia e complicato, però probabilmente eviterebbe i molti ricorsi in tribunale. È chiaro che, se si dovesse arrivare alla conclusione dei campionati senza una classifica vera, si scatenerebbero gli avvocati dei rispettivi club. Questo provocherebbe un caos totale che il nostro calcio non ha bisogno, anzi ha bisogno di chiarezza. Credo che questa data del 2 agosto sia penalizzante per tutti, e che in Italia si stia aspettando che gli altri paesi decidano. A quel punto sarebbe un bel problema, per l’UEFA, se si dovesse trovare coi campionati non giocati. Dovrebbe pianificare la Champions League ad agosto e solo una ventina di società in tutta Europa si allenerebbero. Si sarebbe dovuta prendere una decisione prima, quello che manca in Italia adesso».