Cruz: “Calciopoli? Cose strane anche quand’ero al Bologna. Balotelli…”
Lunga intervista concessa dall’ex attaccante dell’Inter, Julio Ricardo Cruz, al sito web argentino Infobae. Focus sul suo periodo nerazzurro, in particolare su Calciopoli e su alcuni illustri compagni, come Mario Balotelli e Zlatan Ibrahimovic.
NOSTALGIA – Julio Ricardo Cruz è uno dei tanti calciatori argentini, che hanno fatto la storia dell’Inter. Attaccante straordinario, ricordato anche per la sua capacità di incidere a gara in corso. Nel corso di una lunga intervista, concessa al portale argentino Infobae, Cruz è tornato sull’argomento bollente di Calciopoli: “Già quand’ero al Bologna, giocammo contro la Juventus e vincevamo 2-0. Stavamo giocando in un modo incredibile, ma alla fine abbiamo pareggiato. Gli ultimi minuti furono qualcosa di incredibile. L’arbitro diede sette minuti di recupero e al 95′ hanno pareggiato. Com’è possibile che abbia dato così tanti minuti? Qualcuno parlò e suppose che potesse esserci qualcosa sotto, che poi venne alla luce. È stato uno scandalo molto forte, il calcio italiano è stato visto in modo poco positivo in tutto il mondo.Da lì, l’Inter ha iniziato a vincere titoli. Non potevano vincere prima perché erano accadute cose incredibili. Alcune partite sembravano strane, che gli arbitri avevano indirizzato. Mi facevano falli da rigore e mi dicevano che stessi simulando”.
CAMPIONI – In nerazzurro, Julio Cruz ha condiviso lo spogliatoio per sei stagioni con tantissimi fuoriclasse. Tra questi, l’Imperatore Adriano Leite Ribeiro, ma anche Zlatan Ibrahimovic e Mario Balotelli: “Adriano era un calciatore fantastico. È cresciuto in una favela, con molti problemi personali. La morte del padre lo mandò in crisi. Ovviamente tutti abbiamo cercato di aiutarlo. Gli argentini, i portoghesi, come Luis Figo, che parlavano la sua stessa lingua. Gli abbiamo parlato tutti, ma la mente umana è particolare. Non puoi sapere cosa ha pensato. Potevamo continuare a parlare con lui, ma in mezz’ora ha fatto quello che voleva. È entrato in depressione e non aveva la compagnia giusta intorno a lui. È stato un peccato, perché era un fenomeno“.
TALENTO SPRECATO – Chiosa finale su Mario Balotelli: “Ne abbiamo visto il potenziale, le cose che poteva fare, ma poi inizi a pensare a dove ha giocato. La testa è molto importante, non conta solo la tecnica. Tutto si basa sull’ambiente che hai intorno. All’inizio era calmo, umile, fino a quando ha fatto alcuni passi importanti e la sua testa si è distratta, o l’hanno distratto. Gli hanno fatto credere che fosse Pelé ed era solo all’inizio. Ibrahimovic? Con lui ho un rapporto eccellente. Non abbiamo mai avuto problemi. È difficile giocare con due attaccanti di questa caratura, ma noi non abbiamo mai avuto problemi. C’è stato un anno in cui ha segnato 25 gol e io 22 o 23. Ci capivamo perfettamente, anche fuori dal campo”.
Fonte: infobae.com